Nelle zone degli altipiani guatemaltechi a nord del lago de Atitlán, dove si superano senza problemi i 2000 metri sul livello del mare, può fare un bel po’ di freddo soprattutto la mattina e nel tardo pomeriggio, tanto da giustificare un piumino nello zaino. Va da sé che per scaldarsi si bevano delle brodaglie calde dolcissime che chiaramente si trovano solo in questa parte del paese (nei posti dove si muore di caldo e umidità hanno invece saggiamente optato per dei succhi rinfrescanti). Queste bevande, dalla consistenza densa e cremosa, non sono circoscritte al Guatemala, ma sono condivise anche con i paesi limitrofi del Centro America: si chiamano atole, e vengono preparati con ingredienti facilmente reperibili da queste parti come mais, avena e anche platano. Non siete convinti? Secondo me, trovandovi infreddoliti sugli altipiani del Guatemala, li buttereste giù senza pensarci due volte. E vi piacerebbero pure 🙂
Come dicevo, non esiste un solo tipo di atole, ma diversi. Il mio preferito è quello a base di mais, l’atole de elote una bevanda dal sapore unico. Con una spolverata di cannella sopra poi, è la fine del mondo. Già gli antichi Maya la bevevano e la tradizione si è (fortunatamente) mantenuta anche oggi nonostante la ricetta per prepararla si sia un po’ evoluta nel corso degli anni. Si prepara sgranando le pannocchie, frullando i chicchi e unendoli a dell’acqua (con un pizzico di sale e dello zucchero) per poi filtrare e portare tutto ad ebollizione. Se il composto risulta poco cremoso si aggiunge della farina fine di granoturco. Infine si serve con un po’ di cannella e qualche chicco di mais per decorazione. Io l’ho trovato delizioso anche se purtroppo non l’ho trovato così spesso come avrei voluto. Attenzione alle calorie: trattandosi di una bevanda a base di mais non né è proprio priva.
Un po’ meno buono (secondo me), ma pur sempre piacevole da bere e degno di nota è l’atole de avena: il metodo di preparazione è più o meno lo stesso di quello al mais, cambia solo l’ingrediente base che in questo caso è l’avena che dà quindi alla bevanda un colore biancastro. A me lo hanno servito accompagnato da un biscottino, cosa difficilissima da reperire in Guatemala.
Infine, anche se purtroppo non ho avuto possibilità di assaggiarlo, nella zona di Chichicastenango è il platano il protagonista: tutti qui bevono l’atole de platàno una bevanda calda a base di platano (frutto della famiglia delle banane) e cannella su cui purtroppo non posso dirvi la mia.