Venezia e le lapidi contro le bestemmie

 

Esecutori contro bestemmia - Venezia
Nel 1500 a Venezia bestemmiare era una pratica talmente diffusa che, nel 1537, si sentì l’esigenza di creare addirittura una magistratura dedicata, che aveva il compito di punire coloro che commettevano reati contro religione, morale e malcostume. Tra i vari compiti degli esecutori contro la bestemmia – così si chiamavano i membri di questa speciale magistratura – c’era quello di vigilare sul rispetto dei luoghi sacri e tutt’oggi si possono vedere delle testimonianze del loro operato.

Nella facciata della chiesa di Santo Stefano (sestiere di San Marco), se si osserva con attenzione, si vede una lapide in marmo con incisa una sorta di promemoria a firma degli esecutori contro la bestemmia in cui si rammenta la gentile clientela che è vietato giocare, mettere su attività commerciali e, chiaramente, bestemmiare nei pressi della chiesa. La lapide di Santo Stefano, che vedete nella foto in alto, non è però l’unica prova del fatto che gli esecutori contro la bestemmia non passassero le loro giornate a smacchiare giaguari (cit.): in città rimangono ancora diverse tracce del loro operato, come ad esempio sul muro retrostante la chiesa di San Giacomo dall’Orio. Un elenco parziale di questa segnaletica dei tempi passati lo trovate a questo indirizzo.

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