Bar della Crocetta a Milano: da panino cult a panino e basta

 


Un tempo se qualcuno mi chiedeva “dove posso andare a mangiare un buon panino a Milano” avrei risposto senza esitare nemmeno per un attimo il bar della Crocetta, con annessa bava alla bocca. Il panino della Crocetta era una certezza. Adesso probabilmente continuerò ad indicare questo locale per i suoi notevoli panini ma con meno entusiasmo di un tempo e facendo alcune doverose premesse. Purtroppo il bar della Crocetta non è più quello di una volta e se la bontà dei panini è comunque da non sottovalutare, sono cambiate alcune cose che, quantomeno ai miei occhi, gli fanno abbassare il rating. Un po’ come quando Standard & Poor’s declassa le banche italiane.

Dopo un po’ di mesi di assenza, sono tornata al bar della Crocetta, famelica di un super panino imbottito, di quelli talmente ripieni di cose che fai fatica a morderli, di quelli che poi per tre giorni sei a posto e puoi anche non mangiare. Le mie aspettative erano altissime ed in parte son state disattese.

Da settembre 2013 è cambiata la gestione. Così mi ha detto una cameriera, assicurandomi che però i panini sono rimasti buoni uguale. In effetti i panini sono buoni e ben imbottiti, ma manca quel nonsoché che li rendeva unici. L’imbottitura è meno generosa (c’è la crisi, lo so) e sembrano fatti con meno cura di un tempo.

Inoltre è cambiato tutto il contorno: oltre ad un restyling generale sono aumentati un po’ i prezzi (NB i prezzi sono sempre stati alti: un panino al “vecchio” bar della Crocetta costava sugli 8/10 €, ma li valeva tutti!).

È stata data una mano di bianco; la zona adibita a “creazione panini” è stata privata dello storico divisorio ed amalgamata in tutto e per tutto al bancone; la cassa è stata spostata sulla destra di fronte al bancone; dei lampadari stile locale minimalista milanese sono stati piazzati sopra il bancone e probabilmente qualche foto storica è stata rimossa dalle pareti. Ci ha guadagnato in luminosità ma indubbiamente ci ha perso in autenticità.

La delusione più grossa è stata quella di scoprire che non esiste più un solo ed unico panino –grosso, pieno zeppo di roba e buonissimo- ma ci sono due formati: M e XL. Il panino di una volta corrispondeva ad un XL ma costava come un odierno M. Alla Crocetta si andava per morire di panino e non per mangiare la versione per signorine a dieta. Questo per me corrisponde a privare il locale della sua linfa vitale.

Altra cosa che non mi è piaciuta è stato il prezzo delle bevande, principalmente dell’acqua. Non ricordo quanto costassero un tempo ma pagare 2 € per 33 cl d’acqua mi sembra un tantino esagerato: sarà pure Lurisia ma stiamo parlando di 2 € (quattromila lire!).

Lo ammetto: mi è caduto un mito. E non solo perché i prezzi hanno subito un lifting (vabbé che son genovese ma se so di mangiare bene pago senza mugugnare troppo). Uno dei locali storici di Milano ha perso l’autenticità che lo rendeva unico.

Ne abbiamo già fin troppi locali fighetti o pseudo tali. Non ne serviva un altro. Per mangiare un panino chic si va dal Panino Giusto. Alla Crocetta ci si aspetta altro: sostanza e non forma.

Il bar della Crocetta si trova in corso di Porta Romana 67, a fianco al teatro Carcano.

Aggiornamento 12/02/2014
Passeggiando nei dintorni di piazza Duomo scopro che il bar della Crocetta ha aperto un’altra sede in piazza Armando Diaz 5, inaugurata intorno a metà novembre 2013 (così si evince dalla pagina Facebook del locale). Oltre a fare i panini viene servito anche l’aperitivo a 6 € con un buffet non esattamente luculliano.
Che fine ha fatto IL bar della Crocetta, quello autentico duro e puro? Non è che ci stiamo imbruttendo un po’ troppo?

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10 commenti su “Bar della Crocetta a Milano: da panino cult a panino e basta”
  1. Io c’ ero il gorno della inaugurazione, e ci ho anche lavorato, lo ho nel cuore e lo avrò sempre, solo il qbar Quadronno si avvicina alla bontà dei panini della Crocetta, e solo perché Giuseppe aveva lavorato prima li.
    W la Crocetta

  2. Perché ‘ci stiamo imbruttendo’? La Crocetta – e mi fido di quanto scrivi – ha deciso di tradire l’autenticità con l’espansione. Ma anche Spontini si è espanso a dismisura negli ultimi 5 anni, eppure non ha tradito né la tradizione (niente pizze o piatti diversi da quelli di sempre) né il gusto.
    Io direi quindi, e senza chiedermelo: ‘si stanno imbruttendo’. 😉

    • Il “ci” era riferito al bar della Crocetta. Né a me, né a te.

      E comunque, per chi non avesse colto, era una citazione al MIlanese Imbruttito, che di ‘sti tempi va molto di moda.

  3. Cara Silvia,
    La Crocetta, per me “cinquantenne”, è stata per più di ventisette anni (per tanto l’ho assiduamente frequentata) il luogo dove assaporare delle assolute prelibatezze create con autentica passione e maestria dai due fondatori! Purtroppo niente è eterno e mi ricordo ancora con rammarico e tristezza il giorno di due anni fà (era gennaio del 2012) quando entrando ho visto alla cassa un emerito sconosciuto che faceva il check degli incassi, e sebbene Giuseppe fosse sempre al lavoro dietro al bancone, quello era il tragico segnale che le cose erano destinate a cambiare, e di lì a due mesi infatti tutto finì! Quello che si vede adesso è solo un vuoto simulacro privo di anima e quindi di qualità!!! Ahimè ed Ahinoi!
    Meglio andare a sollazzarsi “Al Mercato” in via sant’Eufemia, credimi!!!!

  4. pensare che io venivo con tutta la famiglia da Bergamo per mangiare la fatidica Erika, è stata una delusione non aveva a che fare con l’originale.

  5. Ciao. Sono andato oggi per un panino take away, bottiglietta da 50 cl di naturale € 1,50 (non servita, ovviamente).

  6. Dimenticavo, era quello vicino al Duomo, ho preso un Aurora M, € 6, per quanto mi riguarda era buono (adoro il Praga) piccolino però e il pane non mi ha entusiasmato (de gustibus). Niente da dire sul servizio, era pieno ma sono stati veloci. Purtroppo non sono mai stato nell’originale Crocetta per cui non posso fare paragoni.

  7. Conosco Giuseppe sin dai tempi del bar Quadronno e ho mangiato i suoi panini per oltre trent’anni. Svariati panini avevano i nomi del nostro gruppo di amici, Augusto è l’unico sopravvissuto nella lista attuale. Molti dei panini creati da Giuseppe sono spariti dalla lista attuale (dove sono il Mundial, Paolo il Gallo, Kim…?) e, comunque, il locale non ha più niente a che vedere con quello che era. Manca proprio il ” bip…bip” del mago del panino e la dedizione un po’ imbronciata ma fondamentale di Mario.
    Vabbè i tempi cambiano ma la vecchia Crocetta non può essere ripetuta.

  8. Mi chiamava “ragazzaccio” tutte le volte che per trent’anni ho varcato quella porta; Per me non mancava mai un posto a sedere; Li ho provati tutti e sono riuscito a mangiarne fin 3 , uno dietro l’altro. Giuseppe mi salutava quando uscivo con un Bip Bip che mi riempiva il cuore. Ora resta solo Umberto in giro per Milano e da quando non esiste più la vera Crocetta, dedico il tempo a Umbi per tentare di riassaporare quei piatti, quei panini irripetibili.
    Forse forse ci sono quasi riuscito ! Ho convinto un esperto del settore a riaprire con quel prodotto , affidandosi alla memoria storica di Umby. A breve in Viale Montenero 15 Milano. Entro la fine di marzo acquisteranno un bar due vetrine . Tutto sta nel convincere il nuovo gestore ( che non ha mai mangiato nella vera Crocetta ), ad affidarsi ad Umby. Quindi chiedo a chi sogna il ritorno della Vera Crocetta, di farsi sotto e da marzo passare in V.le Montenero e dire a Maurizio : fidati del prodotto che non c’è più ! Fidati di Umby.

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