Cosa vedere a Piacenza in un giorno: un itinerario a piedi nella Primogenita

 

Facciata Duomo di Piacenza
Piacenza, una tranquilla città di provincia di passaggio tra Milano e il resto dell’Emilia Romagna, terra di colli e borghi medievali, di buon vino e pasta ripiena in tutte le forge. Una città spesso trascurata – di passaggio, appunto – ma che merita un approfondimento. Intanto cominciate col dedicarle una giornata, poi probabilmente vi verrà la voglia di tornarci. A me è successo così.

Il suo centro storico è piccolino e racchiuso nel tracciato delle vecchie mura: in un giorno si può visitare tutto senza troppo affanno, nonostante possa poi richiedere approfondimenti in più puntate. Per come l’ho inquadrata e catalogata io, è una città da gustare senza troppo stress: fate un giro in centro, possibilmente in una bella giornata soleggiata primaverile o autunnale, entrate in qualche chiesa, sbirciate dentro i cortili delle case se li trovate aperti, fate la conoscenza del fegato etrusco (ci arrivo), approfondite la tradizione culinaria piacentina in una delle tante trattorie.

Io vi propongo un itinerario senza stress – in Emilia Romagna, terra godereccia per eccellenza, non potrebbe essere altrimenti -, non esaustivo ma introduttivo, che ho deciso di chiamare Assaggi di Piacenza. Il riferimento gastronomico è assolutamente voluto, lo scoprirete continuando nella lettura. Pronti? Vi propongo però prima qualche cenno storico, perché poi non si dica che penso solo a mangiare. 😉

Pillole di storia

Piacenza gode di una posizione strategica che le ha permesso di collezionare testimonianze di periodi storici diversi, a partire dall’epoca romana che ha lasciato evidenti tracce nell’organizzazione del suo centro storico, diviso da assi viari ortogonali in una scacchiera regolare di isolati.

La cinta urbana risale invece al primo Cinquecento, all’epoca del dominio pontificio, ed è in parte visibile ancora oggi.

Un personaggio che ha influito positivamente sulla vita piacentina è Maria Luigia d’Austria, che ha dato notevoli impulsi alla città da un punto di vista sociale ed economico ma anche artistico e culturale.

Piacenza è stata la prima città d’Italia a chiedere, nel maggio 1848, l’annessione al Regno di Sardegna: per questo motivo è soprannominata la Primogenita.

Durante la seconda guerra mondiale venne danneggiata gravemente, ma si riprese durante il boom economico della seconda metà del secolo scorso.

Itinerario “Assaggi di Piacenza”

La cosa più semplice da fare è cominciare l’itinerario a piedi per Piacenza (qui il link alla mappa con tutti i punti di interesse) dalla centralissima Piazza Duomo.

Dove fare colazione a Piacenza

Prendetevela comoda, soprattutto se è una bella giornata di sole, e concedetevi un caffè osservando il via vai della gente soprattutto nei giorni di mercato (mercoledì e sabato).

Io ho scelto il Caffè di Piacenza, in piazza Duomo sotto i portici, facendomi sedurre dai cannoli in vetrina e dall’afflusso ininterrotto di gente, manco regalassero la colazione. I cannoli e il caffè erano effettivamente buoni, ma il servizio decisamente disorganizzato.

In un’altra occasione ho fatto colazione presso la Pasticceria Galetti in Corso Vittorio Emanuele II 62, dove ho apprezzato le brioche morbide e non troppo dolci.
Avrei voluto provare la tanto decantata Pasticceria Falicetto ma poco dopo le 10 del mattino di un giorno festivo aveva già finito le brioche… :-/ Quindi se riuscite voi ad aggiudicarvi una brioche fatemi sapere come sono nei commenti!
Duomo di Piacenza, un particolare

Duomo di Piacenza

La cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina oltre ad essere la principale chiesa della città è uno dei monumenti più importanti del romanico padano.

Ha una bella facciata con un grosso rosone nel mezzo e, sul lato sinistro, un notevole campanile in cotto sulla cui vetta si trova un angelo segnavento in rame dorato (Angil dal Dom).
Proprio sotto la cella campanaria si nota una gabbia, di nome e di fatto: voluta da Ludovico il Moro nel 1495, doveva servire per rinchiudervi gli avversari, anche se non ci sono testimonianze sull’effettivo uso.

L’interno, a croce latina, è enorme. E, nonostante sia decorato da diversi affreschi (tra l’altro di dimensioni notevoli), questa sua maestosità lo rende per certi versi un po’ disadorno. Tra le firme che troviamo nelle decorazioni pittoriche del Duomo ci sono quelle di artisti del calibro di Procaccini e Carracci.
Interno Duomo di Piacenza e Cupola del Guercino
Ma è la cupola e le sue favolose decorazioni che catalizzano l’attenzione. Qui hanno lavorato nei Seicento prima il Morazzone e successivamente il Guercino – quest’ultimo in maniera prevalente – per regalarci uno dei più grandi capolavori custoditi in città. Nel ciclo pittorico che percorre il perimetro della cupola si osservano i Profeti, mentre nelle lunette si trovano, in sequenza alternata, episodi dell’infanzia di Gesù e otto Sibille. Per ammirare tutto questo da vicino sugerisco di salire sulla cupola, prendendo parte a una visita con accompagnatore (che poi è l’unico modo per porterlo fare). Il percorso che sale tra strette scale a chiocciola e sottotetti regala inoltre dei belli scorci di Piacenza dall’alto (sempre se non c’è nebbia, cosa non troppo insolita da queste parti!) e la possibilità di osservare installazioni di artisti contemporanei. Il costo è di 10€, 12€ se si abbina la visita al museo, e dura un po’ meno di un’ora. Per conoscere giorni e orari, vi rimando al link qui sotto.

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Basilica di Sant’Antonino

Tappa successiva è la Basilica di Sant’Antonino, un’imponente chiesa romanica con una grossa torre ottagonale e un bel chiostro. La basilica è dedicata al patrono della città, di cui conserva le reliquie. Nell’interno, riccamente decorato, non si può non notare l’organo a canne.

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Teatro Municipale

Teatro municipale di Piacenza
Dalla piazza antistante l’ingresso principale della chiesa si intravede il Teatro Municipale di Piacenza dall’elegante facciata realizzata nel 1830 per mano di Alessandro Sanquirico, allora scenografo della Scala. L’interno è molto scenografico, come è giusto che sia l’interno di un teatro. Una vera chicca è il sipario di velluto amaranto originale: risale alla metà dell’Ottocento e ancora oggi viene aperto e chiuso a mano.

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Chiesa di San Francesco

Ci avviciniamo poi verso il centro di Piacenza, quello con la C maiuscola. Per prima cosa diamo uno sguardo alla Chiesa di San Francesco, in stile gotico lombardo. La facciata è molto semplice e risalta il portale rinascimentale in marmo. È in questa chiesa che il 10 Maggio 1848 Piacenza dichiarò con un plebiscito l’annessione al futuro Regno d’Italia.

Davanti alla chiesa si trova il monumento del giurista e magistrato Gian Domenico Romagnosi, opera di Cristoforo Marzaroli.

Piazza Cavalli

Piacenza, il Gotico e Piazza Cavalli
Ed eccoci finalmente nel cuore della città che corrisponde peraltro alla piazza più spettacolare di Piacenza, Piazza Cavalli, che prende il nome dalle due statue equestri di Alessandro e Ranuccio Farnese, capolavori della scultura barocca.

Sulla piazza si affaccia anche il Palazzo Comunale, simbolo di Piacenza conosciuto anche come il Gotico. Per metà in marmo rosa di Verona e metà in cotto rosso decorato a motivi geometrici, culmina poi con una merlatura ghibellina a coda di rondine. Nell’aspetto il Gotico ricorda i tradizionali palazzi comunali dell’Italia settentrionale (porticato basso per le adunanze popolari, finestroni solenni con ampia balconata per illuminare il salone superiore). Momento gossip: Francesco Petrarca è stato ospite qui nel giugno del 1351.
Palazzo del Governatore, Piacenza
Sempre in Piazza Cavalli, dirimpettaio del Gotico, c’è l’imponente Palazzo del Governatore, di impronta neo-classica. Da notare sulla facciata una meridiana solare e un calendario perpetuo. Attualmente ospita la Camera di Commercio.

Le chiese di Alessio Tramello

Santa Maria di Campagna, Piacenza
Adesso vi propongo una tripletta di chiese, tutte opera dell’architetto Alessio Tramello, personalità di spicco nell’architettura sacra del Rinascimento, che a Piacenza ha sfornato proprio le sue tre opere più famose: la Chiesa di San Sepolcro, la Basilica di Santa Maria di Campagna, impreziosita dagli affreschi del Pordenone e la Chiesa di San Sisto.

Quest’ultima in particolare, si distingue per avere un ampio cortile porticato e un maestoso interno ricco di opere d’arte. Avete presente quei due bellissimi angioletti dallo sguardo pensoso dipinti da Raffaello? Bene, non sono qui. O, meglio, non ci sono più: adesso sono visibili presso la Gemäldegalerie di Dresda ma un tempo decoravano la chiesa insieme ovviamente al resto del dipinto, la Madonna Sistina.

Santa Maria di Campagna

Cupola del Pordenone, Santa Maria di Campagna - Piacenza
Merita un piccolo paragrafo di approfondimento la chiesa di Santa Maria di Campagna e, soprattutto, la sua meravigliosa cupola dipinta dal Pordenone tra il 1530 e il 1535. Si tratta di un vero e proprio capolavoro pittorico che questo artista dal carattere particolare ha lasciato in città. Il sapiente utilizzo di prospettiva e dimensioni permette di apprezzare gli affreschi del Pordenone anche dal basso, dopotutto son stati concepiti proprio per essere ammirati dal “pubblico” in chiesa.
Grazie all’intervento della Banca di Piacenza che si è fatta carico dei restauri, dal giugno 2018 è possibile salire sulla cupola e ammirare gli affreschi da vicino attraverso il cosiddetto Camminamento degli artisti, ossia il percorso che facevano gli studenti d’arte per studiare da vicino l’opera del Pordenone.

È bellissimo il fatto che sia stata restituita ai piacentini, e data ai turisti di passaggio, la possibilità di salire sulla cupola. La brutta notizia è che le visite non avvengono con cadenza regolare poiché son gestite dalla Banca di Piacenza che di mestiere fa altro e solo occasionalmente organizza visite guidate gratuite. Vi suggerisco di tenere monitorato il sito dedicato alla Salita al Pordenone (questo) nonché i canali social della Banca – Facebook, Instagram e Twitter -, per essere informati sulle aperture straodinarie e prenotare il vostro posto (ça va sans dire che la prenotazione è consigliata perché i posti vanno a ruba in frettissima!).

Palazzo Farnese e i Musei Civici

Infine arriviamo a Palazzo Farnese, uno dei più importanti monumenti di Piacenza. Oggi ospita i Musei Civici della città e l’Archivio di Stato, ma è meritevole di una visita anche solo da fuori, trattandosi di un edificio massiccio ma molto aggraziato.
Sarebbe tuttavia un peccato non dare un’occhiata almeno al delizioso Tondo Botticelli nella pinacoteca ospitata in quello che era un tempo piano nobile e al Fegato Etrusco, un modello in bronzo di un fegato di pecora su cui sono stati incisi i nomi di alcune divinità in modo da riflettere l’ordinamento del cielo secondo gli etruschi. Quest’ultimo è custodito nei sotterranei e, nonostante abbia una sala a lui dedicata, condivide il piano con l’interessante museo delle carrozze.
Il prezzo del biglietto intero è di 8€ (1€ la prima domenica del mese) ed è consentito visitare le collezioni in più momenti della giornata – quindi entrando e uscendo conservando il biglietto – poiché gli orari di apertura non sono generosissimi (leggi paragrafo sotto).

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NB Occhio che gli orari di apertura delle attrazioni turistiche, in alcuni giorni, sono un po’ balordi e prevedono la chiusura dalla 13 alle 15. Per fortuna non sempre.
Vi suggerisco, quindi, di fare una lista delle cose che volete assolutamente vedere e verificate gli orari di apertura, magari facendo un giro alla IAT in piazza Cavalli 2 oppure sul sito del Comune di Piacenza (che comunque vi consiglio di consultare a prescindere perché contiene un po’ di spunti per la visita della città).

Dove mangiare a Piacenza

Cosa mangiare a Piacenza
Piacenza è una di quelle città dove i posti validi in cui mangiare non mancano. Qui le buone forchette, meglio se non vegetariane poiché salumi e carne sono i protagonisti della tavola, troveranno il paradiso.

Assolutamente da provare sono il tris di salumi piacentini DOP – coppa pancetta e salame -, per poi buttarsi su un sostanzioso primo piatto (anolini o pisarei e fasö, i gnocchetti di farina e pangrattato conditi con sugo di fagioli, lardo, cipolla e pomodoro). Se avanza spazio, si può poi procedere con un secondo piatto a base di carne (da queste parti non si disdegna il cavallo), il tutto annaffiato da una buona bottiglia di Gutturnio dei colli piacentini.

Per quanto riguarda il dove mangiare, io ho una lista lunga di posti da provare suggeriti da un amico buongustaio piacentino. Per ora però ho avuto l’occasione di provare solo due posti (tra l’altro non suggeriti da lui ma da altri, sempre gente fidata), che mi sento di raccomandare:

  • Trattoria La Pireina, in via Borghetto 137. Un posto molto popolare in città e senza troppe pretese. Ma che rappresenta il luogo ideale dove assaggiare i robusti piatti della tradizione piacentina, serviti in porzioni generose e con prezzi onesti.
  • Ristorante Tre Ganasce in via San Bartolomeo 62. Ambiente gradevole e ben curato, accoglienza superlativa. Si mangia e beve bene e tutti i piatti nel menù sono tipici della zona. Il rapporto qualità/prezzo è TOP!

Qualsiasi posto scegliate, tornerete a casa sicuramente appesantiti – la cucina piacentina non è rinomata per essere particolarmente leggera – ma felici.
Per quanto mi riguarda, tornerò a Piacenza ancora un bel po’ di volte perché, come detto qualche riga sopra, ho ancora un sacco di posti da provare! 🙂

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NB se non trovate coerenza tra quanto scritto nel post e i commenti è perché questo post è stato scritto nell’ottobre del 2015, per poi essere successivamente aggiornato e ripubblicato più volte.

 
19 commenti su “Cosa vedere a Piacenza in un giorno: un itinerario a piedi nella Primogenita”
  1. “…adesso vi propongo una tripletta di chiese, tutte opera dell’architetto Alessio Tramelli, personalità di spicco nell’architettura sacra del Rinascimento,…”

    L’architetto è Alessio Tramello con la “o” finale (da cui prende il nome anche l’istituto tecnico per geometri).

    Cordiali saluti e buon lavoro

  2. Complimenti per l’ottima presentazione, non conoscendo Piacenza e andandoci per un giorno, seguirò i suoi consigli!
    Grazie

  3. Mi e’piaciuto il tuo “servizio”! Palazzo Farnese ha orari davvero ristretti..abbiamo visto solo l’esterno..grazie!

    • Ciao Emilio,
      grazie mille per il tuo commento!
      Son tornata a Piacenza proprio lunedì e tra qualche giorno aggiornerò questo articolo con qualche informazione in più. Torna quindi a trovarmi! 🙂
      Buona serata,
      Silvia

  4. Lascio un consiglio per chi decide di andare in macchina a Piacenza, ho trovato posto al parcheggio della stazione, a piedi di raggiunge il centro in 10 minuti

  5. Ciao Silvia,

    Grazie infinite per i consigli utili!
    Domenica andrò a Piacenza con il mio ragazzo e avevamo proprio bisogno di due dritte!
    Se posso permettermi di farti un appunto su quanto riguarda il Palazzo Farnese e i suoi musei, potresti inserire anche l’informazione che l’edificio fa parte del circuito dei castelli del Ducato di Parma e Piacenza, perché vale la pena sponsorizzare anche questa associazione, perché hanno realizzato un percorso stupendo!

    • Ciao Licia,
      grazie a te per il commento! 🙂

      A me Piacenza è piaciuta molto, spero avrai occasione di fare la “salita al Pordenone” perché è davvero un’esperienza unica. Altrimenti ti tocca tornare! 😉

      E grazie del suggerimento: proprio qualche giorno fa ne ho visto un altro castello del bellissimo circuito, tra poco andrò live col post!

      Divertiti a Piacenza e se ti va torna a farmi sapere com’è andata.

      Buon weekend,
      Silvia

  6. Bravissima come al solito ,mi piace la curiosità storica in questo modo ad ogni passo ogni sguardo prende vita una storia .Mi piace anche l’aspetto culinario per tutti i gusti e soprattutto tutte le tasche e soprattutto al di sopra dei soliti luoghi e che dire interessanti.
    Ciao da Giampaolo

  7. Bravissima come sempre per la curiosità storica e soprattutto tutte le informazioni contenute nella comunicazione che usi quando racconti con emozione ogni minimo particolare mi piace perché sei diversa dai soliti che raccontano cosa c’è da fare e vedere oltre quello che altri dicono.
    Mi piace il tuo modo brava ,di stuzzicare oltre quello che si vede anche altre cose che alla fine trovano il giusto contesto . Perché alla fine i particolari e le curiosità si celano sempre dietro la storia che la rendono meno noiosa e più interessante.

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