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Di chi è la mano misteriosa che spunta da un palazzo di Torino?

Una cosa che di certo non manca alla città di Torino è l’alone di mistero che pervade le sue strade, le sue piazze, i suoi palazzi, e che la rende così maledettamente misteriosa e affascinante. Come noto, Torino è una città magica. Nel bene e nel male. È una delle punte del triangolo mondiale della magia nera, così come una punta del triangolo mondiale della magia bianca. Non ci si stupisce più di tanto, quindi, nel vedere una mano che spunta sopra il portone di un palazzo, perché a Torino è normale che succedano “cose strane”.

Ci troviamo in Corso Matteotti 45, a due passi dalla stazione di Porta Susa: se si osserva bene il portone di ingresso, si noterà una piccola mano in marmo che tra le dita tiene un biglietto. Non è molto evidente, bisogna quindi cercarla con attenzione, altrimenti si passa dritti senza nemmeno accorgersene. Ma di chi è?

Non poteva mancare una leggenda legata a questa mano misteriosa, anche se non sembra riesca a stare troppo in piedi. Ma a me piace lo stesso e ve la voglio raccontare: dopotutto si tratta sempre di una leggenda, va bene anche se è un po’ assurda…

La protagonista è una donna bellissima che in epoche passate abitava nel palazzo: si chiamava Ebe de Marivaux, era francese, faceva la cortigiana e pare che fosse anche molto spendacciona. La sua bellezza la agevolava nel lavoro, permettendole di avere molti amanti ai quali chiedeva soldi in prestito che poi non restituiva mai. Le andò bene finché non cominciò ad inciuciare con tale Bilinsky, un finanziere russo che non sopportava l’idea di vedere la “sua” Ebe con altri uomini. Fu lui, in un impeto di gelosia, che tentò di pugnalare la donna mentre rientrava a casa accompagnata da un altro. Tentativo che andò male dato che il pugnale colpì un albero davanti casa -da allora soprannominato “l’albero di Ebe“- e non la donna. La leggenda finisce qui, fortunatamente senza spargimento di sangue, lasciandoci però con la curiosità del perché qualcuno abbia voluto ricordare Ebe facendo realizzare la scultura della sua mano che tiene un foglietto e collocandola sopra il portone d’ingresso della casa che aveva abitato. L’interpretazione è, quindi, libera 🙂 Alcuni sostengono che sia una richiesta d’aiuto di Ebe, impaurita dall’episodio del finanziere, altri una “semplice” lettere d’amore. E voi che spiegazione dareste?

Infine, c’è chi la leggenda di Ebe non se la fila nemmeno, liquidando il tutto con la seguente tesi: la mano sta ad indicare la presenza, in passato, di una casa chiusa che trovava alloggio nel palazzo.

Il mistero è sempre molto fitto a Torino e non sempre risolto, ma è proprio questo il bello! ♥

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NB anche durante una visita di un solo giorno in città, con un buon ritmo, riuscite a vedere tutte queste cose! 😉

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