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Museo Bagatti Valsecchi a Milano. Da casa privata (e che casa!) ad affascinante museo


Vi svelo un segreto: nel lussuosissimo Quadrilatero della Moda milanese non ci si va solo per fare shopping! E questo a prescindere dal fatto che lo shopping in via Monte Napoleone & c. sia un’attività non proprio alla portata di tutti – la maggior parte della gente, da quelle parti ci va solo a fare due passi e a vedere le luminarie nel periodo natalizio. Al più per prendere un caffè e un pasticcino da Cova, meglio se al banco.

In via Gesù, una via secondaria chiusa da un lato da via Monte Napoleone e dall’altro da via della Spiga e ribattezzata di recente Via dell’Uomo in quanto epicentro dell’italian style al maschile (e ho detto tutto o.O) si trova però un’attrazione che prescinde dalle compere e dalla haute couture, anche se si può definire a tutti gli effetti degna di una delle zone più prestigiose della città: il Museo Bagatti Valsecchi, già dimora dei due fratelli più dandy della Milano inizio Novecento.

Non so se sono io che mi stupisco troppo spesso ma, poco dopo aver varcato la soglia di casa Bagatti Valsecchi ed essere salita dallo scalone principale per cominciare la visita, son rimasta senza parole. Senza parole. Forse perché non mi ero preparata su cosa avrei visto al suo interno, ma mai e poi mai mi sarei aspettata una cosa del genere (e non era nemmeno la prima volta che entravo in una dimora storica…).
Ho poi scoperto che si tratta di una fra le più importanti e meglio conservate case museo di tutta Europa e l’unico interrogativo che mi sono quindi posta è stato: come mai non son venuta prima?

E se voi non l’avete ancora vista, rimediate subito! Ma prima continuate nella lettura di questo articolo, così non arrivate impreparati come è successo a me.

Chi erano i fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi
La Casa-Museo
Informazioni pratiche

Chi erano i fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi

Partiamo dai responsabili di tutto ciò: la strana coppia di fratelli Fausto e Giuseppe, nati in un’agiata famiglia milanese a soli due anni di distanza (rispettivamente nel 1843 e nel 1845).

Studiarono entrambi legge ma, anche se diventarono avvocati, si dedicarono più che altro a lavorare come architetti e a collezionare opere d’arte. Una vita, anzi due, dedicate alla ricerca del bello e della filantropia: questa loro “missione” trasuda ancora oggi in tutti gli ambienti della casa che loro stessi hanno reso così come la vediamo oggi.

Nonostante i caratteri diametralmente opposti -Fausto più mondano e festaiolo, Giuseppe più riservato e avvezzo a una tranquilla vita familiare- erano molto uniti e affiatati.

A portare avanti il cognome fu soltanto Giuseppe che nel 1882 si sposò con Carolina Borromeo e dalla quale ebbe 5 figli (dei rumors dicono che Carolina fu prima presentata a Fausto ma lui, non interessato alla merce, fece in modo e maniera che la fanciulla conoscesse il fratello).

La Casa-Museo

Furono Fausto e Giuseppe in prima linea a progettare la loro abitazione. I due fratelli volevano trasformare una casa piuttosto ordinaria in un luogo in cui vivere bene ma circondati da mobili, arredi, suppellettili tutti fatti a regola d’arte. Nonostante siano vissuti nell’Ottocento, il loro modello di riferimento era il Rinascimento, chiaramente filtrato con la sensibilità dell’epoca.

La casa si divide in due: le stanze di Fausto e quelle di Giuseppe e famiglia, alle quali si affiancano poi degli spazi comuni di rappresentanza che fanno anche da raccordo tra due appartamenti.

Ogni stanza oggi ha un suo nome, che ci aiuta a capire il leitmotiv o la funzione della stessa: ad esempio troviamo la Sala dell’Affresco dove fa bella mostra di sé un’opera del 1495 di Boselli raffigurante la Madonna della Misericordia, il Passaggio del Labirinto nel cui soffitto è rappresentato un labirinto ispirato a quello della cinquecentesca Stanza del Labirinto nel Palazzo Ducale di Mantova, la Camera Rossa ossia la stanza da letto di Giuseppe e Carolina con pareti rosse (in una di queste si trova Santa Giustina di Giovanni Bellini, una delle opere più importanti di tutta la casa). Se volete uno spoiler delle stanze, potete dare un’occhiata al sito del museo dove sono descritte una a una, ma io fossi in voi aspetterei di trovarmi in loco e farmi stupire…

Oltre a essere una casa bella era inoltre dotata di comfort quali il riscaldamento, l’acqua corrente e l’elettricità, cose non comunissime all’epoca, di cui i fratelli Bagatti non vollero privarsi.
Ma non è tutto: questi comfort erano camuffati nei marmi, nelle boiserie, nei ferri battuti o comunque laddove non disturbassero la perfezione artistica che era stata creata.
E anche quando arrivò la televisione… in una stanza di casa Bagatti Valsecchi, c’era! Taac si direbbe oggi 😀

Dopo la morte dei fratelli (Fausto nel 1914, Giuseppe nel 1934), gli eredi continuarono ad abitare in questa umile dimora fino al 1974. Poi il palazzo passò nelle mani della Regione e, infine, nel 1994 è stato aperto al pubblico il museo.

Io non vi racconto altro su casa Bagatti Valsecchi perché non voglio svelarvi proprio tutto, altrimenti vi rovino la sorpresa. Perché è di una vera e propria sorpresa che si tratta! Visitandola scoprirete non solo un posto molto bello e affascinante, ma anche un sacco di cose curiose e interessanti su una famiglia milanese fuori dal comune… come la loro casa, del resto! 🙂

Informazioni pratiche

Dove si trova
In via Gesù 5, vicino alle fermate della metro Montenapoleone (gialla) e San Babila (rossa).

Giorni e orari di apertura
Il Museo Bagatti Valsecchi è aperto tutti i giorni tranne il lunedì e durante le principali festività, dalle 13 alle 17:45.

Biglietti
L’ingresso al Museo Bagatti Valsecchi costa 9€ e include un’audioguida utilissima che in un’oretta fa fare il giro di tutte le stanze spiegando le scelte di arredamento e le opere d’arte presenti in ognuna, ma raccontando anche la storia dei fratelli Fausto e Giuseppe, arricchita da curiosi e divertenti aneddoti. La visita vola.

SITO UFFICIALE

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