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Consonno: come arrivare a piedi nella “città fantasma” della Brianza (e qualche pillola di storia)

È praticamente da quando mi sono trasferita a Milano -stiamo parlando ormai di una decina d’anni- che sento parlare di un fantomatico paese fantasma nascosto in una collina sopra Lecco, nella verde Brianza. Pochi edifici in rovina ma fascino magnetico: basta vedere qualche foto e leggere due righe della sua storia a dir poco curiosa per aver voglia di visitare Consonno e provare l’effetto che fa. Ma io questa voglia me la son tenuta per parecchi anni: a Milano non ho mai avuto la macchina e mi è sempre stato detto che senza non si può arrivare fin lì. Anche sull’Internet non ho mai trovato informazioni chiare e precise su come raggiungere Consonno coi mezzi pubblici e le poche che son riuscita a trovare, non sono risultate chiarissime. In un mondo che si sposta in macchina non mi stupisco più di tanto. Però c’è chi, come me, si è trasferito a Milano per studio o lavoro e la macchina non ce l’ha. Quindi come fare? O si trova un amico con la macchina disposto a portarci a Consonno (io ho fatto così la prima volta che ci sono andata) oppure si seguono i miei consigli illuminati qui sotto 😀
Poi vi racconto anche un po’ di storia e di curiosità su Consonno a fine post, ma prima pensiamo a come arrivarci 😉

Come arrivare a Consonno da Milano e dintorni senza macchina
Raggiungere Consonno senza avere un mezzo di trasporto proprio non è così difficile come può sembrare (o come vi hanno fatto credere). Io non mi sono scoraggiata, nonostante tutti mi dicessero che la cosa fosse pressoché impossibile, e vi prego di non farlo nemmeno voi.

Per semplicità vi spiego come arrivarci da Milano perché è al milanese senza macchina che è dedicato questo post (tutti gli altri, a meno che non abitino in Brianza o negli immediati dintorni, fanno comunque prima a passare da Milano).

Come prima cosa bisogna arrivare in treno alla stazione di Calolziocorte-Olginate. I treni sono abbastanza frequenti anche nei giorni festivi (un paio all’ora li trovate) e partono sia dalla stazione di Milano Centrale che da quella di Milano Garibaldi. Il tempo di percorrenza è di circa 50 minuti/un’ora e il costo del biglietto di sola andata è poco meno di 5€.

Arrivati alla stazione di Calolziocorte-Olginate gli unici modi per arrivare a Consonno sono camminare o pedalare se vi siete portati la bicicletta. E bisogna farlo in salita tenendo conto di un dislivello di 400 metri – quindi se siete in bici, ça va sans dire, vi serve una mountain bike e non una graziella.

A piedi avete però due alternative (in bici soltanto una, la A):

OPZIONE A – Arrivare dall’altra parte del fiume e imboccare via Belvedere che poi diventa via per Consonno: la strada è quella asfaltata per le macchine, tutta a tornanti come nei passi alpini, ma non è molto trafficata. A salire, tenete in considerazione ~ 1 ora e mezza, a scendere un po’ di meno.

OPZIONE B – Arrivare dall’altra parte del fiume e, poco dopo aver imboccato via Belvedere, indicativamente dove incominciano i tornanti, imboccare il sentiero n. 9 (c’è un cartello che lo indica, quello che vedete nella foto sotto) che taglia nei boschi per arrivare proprio fin sotto il “minareto” di Consonno. Il sentiero si fa in una mezz’ora abbondante e per arrivare all’imbocco dalla stazione ci vogliono circa 30/40 minuti.NB Il sentiero passa nel bosco, fittissimo, e non c’è speranza di vedere un pochino di paesaggio. Quando l’ho fatto io, in una calda domenica di settembre, c’era un’umidità che nemmeno nella giungla thailandese e un sacco di mosche e moscerini che continuavano a ronzarmi intorno. Inoltre alcuni tratti, un bel po’ a dire il vero, bisogna farli camminando su dei pietroni che durante il mio passaggio erano molto scivolosi quindi potenzialmente pericolosi (aveva piovuto il giorno prima e data l’impenetrabilità del bosco non era ancora asciugato). E, sempre per colpa della pioggia del giorno prima, era pieno di lumaconi di cui ho il terrore (ma questo è un problema mio). Tutto ciò per dire di salire per il sentiero con cautela e di evitare se piove/ha piovuto da poco.

Noi abbiamo fatto il sentiero a salire e la strada asfaltata a scendere per svariati motivi:
– l’esperienza nella giungla tra umidità a bomba, insetti molesti e pietre scivolose ci è bastata all’andata;
– godere della bella vista sul fiume e tutta la “verdura” della Brianza (in salita avremmo dato le spalle al Belvedere che dà il nome alla via);
– vedere i curiosi cartelli in prossimità di Consonno in cui, arrugginite, si intravedono scritte quali “Consonno è il paese più piccolo ma il più bello del mondo“, “A Consonno è sempre festa” “Chi vive a Consonno campa cent’anni“, come ulteriore testimonianza che questa follia c’è stata davvero.


Qualche pillola di storia
Bene, smarcata la parte pratica, passo ora a raccontarvi qualcosina di più curioso su Consonno, premesso che tutta la sua storia è una cosa folle. Non mi dilungo troppo perché c’è addirittura un sito interamente dedicato a Consonno (questo) in cui trovate di tutto e di più. Io vi do soltanto qualche pillola:

  • Consonno era un tranquillo paesino abitato da poche anime dedite all’agricoltura e all’artigianato.
  • A inizio anni Sessanta arriva il conte Mario Bagno. Inizialmente fa costruire una strada per collegare Consonno a Olginate (che in effetti mancava), poi in maniera più o meno volontaria fa andar via le poche anime di cui sopra e comincia a demolire tutto per mettere in piedi la Las Vegas brianzola che aveva in mente.
  • Per un po’ di anni Consonno riveste effettivamente il ruolo di Paese dei Balocchi. Sorgono alberghi, ristoranti e costruzioni dalle fattezze originali. Arrivano migliaia di visitatori che, tra le altre cose, spediscono cartoline -eh sì, anche Consonno aveva le sue!- e fanno il giro sul trenino turistico.
  • Nel 1976 una frana distrugge la strada che portava nel paese dove il cielo è più blu (cit.) decretando così la fine di Consonno.
  • Oggi Consonno è a tutti gli effetti un paese fantasma dove i pochi edifici rimasti, stanno in piedi per miracolo e sono stati presi d’assolto da vandali e writers.
  • Nessuno abita più a Consonno ma di tanto in tanto il paese rivive grazie all’associazione “Gli Amici di Consonno composta da ex abitanti e dai loro figli, che ogni domenica da Pasquetta a ottobre si prendono la briga di “aprire” le sbarre del paese. Gestiscono un piccolo bar, aperto appunto solo la domenica, dove si può prendere un caffè o mangiare un gelato e farsi raccontare qualche aneddoto di un passato che si fa fatica a immaginare.
  • In occasione del patrono San Maurizio, che viene festeggiato il 22 settembre, a Consonno c’è festa per tutto il weekend! Si mangia, si balla e ci si diverte: forse non come “ai vecchi tempi” ma è comunque un’occasione per visitare questo posto… fuori dal mondo!

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