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Curiosità su Malta. Un arcipelago pieno di sorprese!

Dopo avervi dato una carrellata di informazioni più o meno pratiche su Malta (le ho raccolte tutte qui) è il momento tanto atteso di parlare di curiosità! E Malta ne possiede davvero tantissime, nonostante le sue piccole dimensioni. Io comunque non ve le sto a raccontare tutte tutte, sia ben chiaro, soltanto le più significative a mio insindacabile giudizio 😀

Tanto per cominciare Malta è un arcipelago, e non una sola isola! Ma questo davo per scontato lo sapeste già. O meglio: Malta è anche un’isola ma se si parla in maniera generale, si fa riferimento all’arcipelago (o alla Repubblica di Malta, se proprio vogliamo fare gli istituzionali) e bisogna quindi includere nel prezzo Gozo, Comino e qualche scoglietto sparso qua e là. Anche con queste aggiunte, la superficie dello stato rimane molto esigua tant’è che la capitale, La Valletta, detiene il primato di capitale più piccola d’Europa, con un’estensione di circa 1 km² (c’è chi dice poco di più e chi dice poco di meno, io nel dubbio mi accomodo nel mezzo). Per uno stato piccolo, ci vuole una capitale piccola. Non fa una piega.

Dopo queste nozioni di base -chiamiamole curiosità introduttive– procediamo con qualcosa di più corposo.

Una storia antichissima
Se a Malta tutto sembra essere mignon -le dimensioni dello stato, la capitale-, di certo non lo è la sua storia. Forse non tutti sanno che mentre gli egizi non avevano ancora concepito il concetto di piramide e Stonehenge era un semplice prato fiorito, a Malta già erano stati eretti dei templi megalitici. Roba che ancora oggi si fatica a capire come abbiano fatto a mettere insieme dei pezzi di pietra così grossi senza l’aiuto della tecnologia moderna… Due nomi tra tutti: Ġgantija a Gozo e Ħaġar Qim e Menaidra sull’isola di Malta.
Per rimanere in tema storico, a breve distanza da La Valletta si trova l’unico tempio preistorico sotterraneo del mondo, l’ipogeo di Ħal Saflieni. Anche questo di dimensioni sorprendenti, soprattutto vista la location.

Dolce come il miele
La parola greca melita, all’origine del nome Malta significa appunto dolce come il miele. Il perché è riconducibile al fatto che nell’arcipelago ronzino tante api che permettono la produzione di miele di alta qualità.
Sarà poi un caso che il colore degli edifici maltesi realizzati in pietra calcarea locale, assumano proprio il colore del miele durante alcune ore del giorno?

Le barche occhiute
Le tipiche imbarcazioni maltesi da pesca, tradizionalmente dipinte con colori vivaci quali giallo, rosso, verde e blu, sono i luzzi (nel porto di Marsaxlokk ce ne sono ormeggiati sempre un sacco). Una loro particolarità, che forse sfugge ai poco attenti, è quella di aver dipinti sulla prua un paio di occhi, simbolo scaramantico contro il malocchio e la cattiva sorte in mare. Questi occhi dipinti sono quelli di Osiride (Horus) il dio che, secondo la tradizione fenicia a cui si ispirano, proteggeva i marinai e portava buona sorte.

Due campanili per due ore
A Malta ci sono tante, tantissime, chiese. Praticamente una per ogni giorno dell’anno: 313 nell’isola di Malta e “solo” 46 a Gozo, per un totale di 359. E la maggior parte di queste chiese ha -solitamente sulla facciata- due orologi con due orari diversi, uno giusto e uno sbagliato. Questo per “depistare” il diavolo e gli spiriti maligni e tenerli lontani dalle celebrazioni religiose. Ma voi di passaggio non cascateci!

Un assegno per una birra
A Malta quando ordini una birra ti portano una Cisk, termine che in maltese significa assegno. E che c’entra il mondo bancario con la birra? Semplice: alla Cisk venne dato il nome, anzi il soprannome, del banchiere fondatore della “The Malta Export Brewery”, azienda che diede alla luce la birra nazionale. Per completezza di informazione, il banchiere di cui sopra, tale Giuseppe Scicluna (aka Ic-Cisk, “lo chèque”, “l’assegno”) nonché fondatore della più antica banca privata maltese, acquisì nel 1928 l’azienda di un cliente che produceva di birra pilsner e munchener, detenendone l’esclusiva. E fu così che a Malta nacque la sua birra.

Il piatto nazionale… di terra!
In un arcipelago di isole vi aspettereste di trovare del pesce come piatto nazionale, vero? Sbagliato! A Malta il piatto nazionale è il coniglio selvatico, fenek, di cui i maltesi vanno matti e che saltella allegramente per le isole prima di finire… nel piatto. Viene cucinato in tanti modi diversi: in padella, in umido, fritto o marinato. Da assaggiare.

La bomba (forse) inesplosa
A Mosta, più o meno nel centro dell’isola di Malta, si trova la Rotonda, una chiesa ispirata al Pantheon di Roma dalle dimensioni enormi (la sua cupola si vede da molto lontano). Una chiesa in piedi per miracolo, dal momento che durante la Seconda Guerra Mondiale venne direttamente bombardata, ma la bomba di 200 chili che perforò la cupola e cadde nel bel mezzo dell’edificio dove c’erano più di 300 fedeli in attesa della messa, fortunatamente non esplose. Una ricostruzione della bomba si trova oggi nella sagrestia della chiesa, a ricordo di questo giorno memorabile, il 9 aprile 1942.
Se in molti hanno voluto e vogliono credere al miracolo, va detto che esiste pure un’altra versione della storia, ossia quella che la bomba fosse piena di sabbia e contenete un messaggio di saluti da parte dei lavoratori della Škoda (fabbrica della Cecoslovacchia occupata dai nazisti), che erano riusciti a sabotare la produzione di una bomba vera e propria.

Caravaggio ha lasciato (l’unico) segno
Credo non ci sia bisogno di fare una intro su Caravaggio, abbiamo tutti l’obbligo morale di sapere chi sia. Risaputo è anche il fatto che il nostro aveva un bel caratterino: spesso coinvolto in risse e pestaggi, commise addirittura un omicidio che gli valse una condanna a morte. Comincia così a scappare da una città all’altra per approdare anche a Malta ad inizio Seicento dove si mise al lavoro per i Cavalieri e lasciò in eredità un paio di opere talmente belle che fanno dimenticare in fretta il fatto che l’artista non fosse proprio uno stinco di santo. L’opera più pregevole che si trova in quel di Malta, all’interno della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta, è la Decollazione di san Giovanni Battista, che tra l’altro è l’unica opera autografa di Caravaggio: in nessun altro suo lavoro è apposta la firma. Tra l’altro, molto originale (o forse più pulp) il modo in cui firma l’opera: col sangue che schizza dalla testa del Santo decapitato.

Un amore… al contrario
A St Julian’s, un’esclusiva località davanti a La Valletta in cui si susseguono locali più o meno esclusivi, si trova un ponte dedicato all’amore un po’ sui generis. Consiste nella scritta love a caratteri cubitali e capovolta così da permettere di leggere l’amore, quello vero, solo quando si riflette nel mare. Il Love Bridge, opera di Richard England, lo trovate nella sbrilluccicante Spinola Bay.

Un mosaico di balconi colorati
Una caratteristica delle città e dei villaggi maltesi sono le gallarija, i caratteristici balconi coperti in legno dipinto, le cui origini sono però un po’ incerte. Forse non sono made in Malta come si potrebbe credere, ma scopiazzati dalla tradizione araba. Malta però ne è talmente piena che non si possono non catalogare come peculiarità architettonica dell’arcipelago.
Il fenomeno sembra essere relativamente recente: a La Valletta i primi gallarija “documentati” -galeotto è stato un dipinto del palazzo del Gran Maestro- risalgono ben oltre alla metà del Seicento, prima di allora la città aveva soltanto balconi aperti in pietra. Fa molto strano pensare a La Valletta, il luogo dove il mosaico di gallarija è particolarmente evidente, senza i suoi fotogenici balconi in legno.
Ma qual è la loro funzionalità? La prima gallarija di Malta, quella del palazzo del Gran Maestro appunto, era una lunga galleria in legno (il nome potrebbe derivare dall’italiano “galleria”) che collegava le varie stanze del palazzo e che permetteva al Gran Maestro di passeggiare e tener d’occhio quello che succedeva “sotto di lui”. Il Gran Maestro ha lanciato una moda tant’è che tutti in città hanno poi voluto la loro gallarija personale per poter osservare l’andirivieni nelle strade senza essere visti da fuori. Ma, per ovvi problemi di spazio, son stati realizzati tanti piccoli balconi colorati e non lunghe gallerie, lasciando al Gran Maestro la possibilità di dire “io ce l’ho più lungo”.

È meglio stare sempre in guardia
Sulla punta di Senglea, una delle cosiddette Tre città dirimpettaie a La Valletta si trova una torre di guardia, rigorosamente color miele, in cui son stati scolpiti un occhio (che non è quello di Osiride stavolta) e un orecchio in dimensioni piuttosto grandicelle. Vogliono ricordare che bisogna sempre stare in guardia, perché non si sa mai…

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