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Metropolitana di New York: Tom Otterness e la sua “Life underground”


Ogni giorno oltre 6 milioni di persone utilizzano la metropolitana di New York e  passano più o meno di fretta davanti a sculture, mosaici, installazioni, murales e fotografie magari senza nemmeno accorgersene. Davvero un peccato soprattutto se si transita da alcune fermate, come ad esempio la 14th Street /8th Avenue dove si nasconde (a dire il vero nemmeno troppo) una “vita sotterranea” molto particolare…

Grazie al programma Arts for Transit le stazioni della metropolitana di New York sono piuttosto diverse tra di loro e la diversità sta proprio nelle decorazioni. Ogni fermata (o quanto meno molte fermate, magari non proprio tutte) ha un leitmotiv che la caratterizza e questo leitmotiv ricorre sulle pareti rappresentato con tegole di ceramica. E se il messaggio comunicato non è troppo chiaro, magari troppo astratto, c’è una targhetta con nome dell’autore ma soprattutto con il titolo dell’opera, che aiuta sempre.


C’è una fermata della metro di New York in particolare che sicuramente merita una sosta, se non addirittura una deviazione: è quella 14th Street / 8th Avenue (dove transitano i treni delle linee A, C, E, L), popolata da piccole creature in bronzo, anche nei punti più impensati. Il ciclo di sculture che si trova in questa fermata si chiama Life Underground ed è opera dello scultore statunitense Tom Otterness, che a New York ha dato più di un contributo (qui potete vedere i suoi lavori). Tutta la stazione è gremita da omini (e donnine e animaletti) dai lineamenti arrotondati in procinto di fare cose e vedere gente. Alcuni di questi personaggi, al posto della testa, hanno un fagotto pieno di soldi (ovviamente i soldi non ci sono per davvero). C’è pure un coccodrillo in giacca e cravatta che esce dalla fognatura e azzanna uno degli omini con la testa a fagotto (NB di un’altra statua di un personaggio che spunta da una fognatura ne avevo già parlato qui).


Ci vollero circa 10 anni per realizzare l’opera, che venne installata nella stazione della metro ad inizio 2002. Secondo l’artista stesso questo ciclo di sculture vuole rappresentare l’impossibilità di capire la vita di New York. Alcuni pezzi però non hanno un preciso significato, se non quello di incuriosire lo spettatore e farlo fermare un attimo a pensare cosa possano davvero rappresentare. Il progetto coinvolse e ossessionò Tom Otterness talmente tanto che realizzò una quantità di sculture 4 o 5 volte maggiore di quella che gli venne commissionata e pagata. Fu la moglie a obbligarlo a smettere di “produrre”, facendogli presente che in quel modo stava gettando alle ortiche l’eredità che un giorno sarebbe spettata alla figlia. E poi si dice che siamo noi donne ad avere le mani bucate…

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