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Tuvixeddu, Cagliari: la necropoli punica più importante del Mediterraneo


Se ogni città ha il suo monumento dimenticato, Tuvixeddu (pronuncia tuvisceddu) è quello di Cagliari.
Di siti, blog e magazine di viaggio che dispensano consigli su cosa vedere a Cagliari in uno, due, tre giorni è pieno il web. Ma come mai nessuno parla di Tuvixeddu? Trattandosi della necropoli punica più importante del Mediterraneo la domanda sorge spontanea, come direbbe il buon Lubrano, e la risposta un po’ ce la possiamo pure immaginare (forse non ha trovato il canale politico giusto?). Anche in loco si fa fatica a trovare Tuvixeddu, manco si giocasse alla caccia al tesoro: oltre alla poca promozione del sito, non c’è nemmeno uno straccio di cartello a indicare la strada. E sul sito, i pochi cartelli artigianali con qualche spiegazione, sono stati messi dall’associazione no-profit Intercral Sardegna. Peccato, perché Tuvixeddu è un posto figo, che va assolutamente visitato durante un soggiorno a Cagliari.

Il parco di Tuvixeddu


Il nome Tuvixeddu deriva dal sardo tuvu (vuoto, cavità) e significa appunto colle dei piccoli fori. È una necropoli punica che occupa un intero colle sulla sommità del quale si trova una villa abbandonata. Qui si trovano più di 1100 tombe, sia puniche che romane, scavate nella roccia viva nel corso di secoli interi: in nessuna parte del Mediterraneo, nemmeno a Cartagine, è rimasto nulla di lontanamente paragonabile. Tuvixeddu è stata utilizzata come necropoli dalla fine del VI al III secolo a.C. Le tombe sono scavate nel calcare e appartengono prevalentemente al tipo a pozzo, con profondità variabile tra gli 8 e i 3 metri. In queste tombe sono ancora visibili le pedarole, ossia gli incavi per i piedi che servivano a far scendere i necrofori, meglio conosciuti come becchini. I corpi dei defunti venivano seppelliti col rito dell’inumazione. Nella sua fase più tarda Tuvixieddu fu interessata anche dalla deposizione in tombe enkythrismos (inumazioni dentro anfora, utilizzate per i bambini) e di incinerazioni che spesso utilizzavano il pozzo di accesso di precedenti tombe a camera.
A Tuvixeddu sono presenti anche due tombe dipinte: la Tomba del Guerriero e la Tomba dell’Ureo, ma purtroppo non sono visitabili.

Tuvixeddu è a rischio?


Come già detto, Tuvixeddu è purtroppo un sito messo in disparte e violentato nel corso del tempo. Nel XX secolo divenne la cava di una cementeria dell’Italcementi, con tanto di creazione di una strada interna per facilitare il trasporto su camion della roccia estratta: fu così che avvenne la netta divisione in due aree distinte, Tuvixeddu e Tuvumannu. E in questo caso la regola del du gust is megl che one di Stefano Accorsi non vale.
Ancora: a inizio Novecento, senza tenere troppo conto delle tombe presenti nell’area, venne creata una strada per agevolare il collegamento con la villa Mulas-Mameli, oggi abbandonata e decadente, che svetta in cima al colle. Diverse tombe vennero demolite, ma almeno il facoltoso avvocato che abitava nella villa poteva arrivare sotto casa a bordo della sua Balilla.
E questo per citare solo alcuni episodi. Poi si potrebbe parlare anche di sprechi pubblici: che ci fa una costruzione di dubbio gusto, abbandonata e mai usata all’interno del complesso? E io pago (cit.).
Per fortuna che c’è qualcuno a cui interessa qualcosa di Tuvixeddu: dal 1997 l’associazione di volontariato Amici di Sardegna si prende cura del sito. In quell’anno si è tenuta la prima edizione di Monumenti Aperti e da allora sono state realizzate decine di manifestazioni e visite guidate allo scopo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza che questa necropoli riveste.

Giorni e orari di apertura, biglietti, visite guidate

Il parco di Tuvixieddu è aperto al pubblico tutti i giorni dell’anno. L’ingresso al parco è gratuito. Tuttavia è caldamente consigliato prendere parte a una visita guidata per capirci qualcosa di più. Indicativamente le visite guidate durano un po’ meno di un’ora, costano 5€ a persona e sono disponibili il martedì dalle 9:30 alle 13, venerdì e sabato dalle 16:30 alle 19, domenica dalle 9:30 alle 13 e dalle 16:30 alle 19, nonché nei giorni ed orari di approdo delle navi da crociera.
Per prenotare le visite o per avere altre informazioni su Tuvixeddu visitate il sito Amici di Sardegna oppure chiamate il numero 3334226593.

Come arrivare a Tuvixeddu

Nel contesto della non valorizzazione di Tuvixeddu, è anche inclusa la mancata segnaletica per raggiungere il sito. Un pacchetto tutto compreso, insomma.
Il colle di Tuvixeddu si trova un po’ fuori dal centro e se non avete un vostro mezzo di trasporto, la cosa più semplice è quella di prendere un autobus. Dalla stazione FS di Cagliari è sufficiente prendere l’autobus 1 in direzione ovest e scendere in viale Trento all’altezza di via Zara, indicativamente la corsa dura 15 minuti. Dopodiché bisogna camminare per una decina di minuti in salita (state andando su un colle!) per raggiungere l’ingresso del parco in via Falzarego.

Nel mio piccolo spero di aver contribuito un pochino a introdurre al grande pubblico questo meraviglioso sito. Se potete, spargete il verbo pure voi! 🙂

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La mappa di Tuvixeddu mi è stata gentilmente fornita dall’associazione Amici di Sardegna, che la hanno realizzata.

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Leggi i commenti (4)

  • Grazie per la grande attenzione che ci ha riservato e soprattutto grazie per aver raccolto il nostro appello che da noi purtroppo viene sostanzialmente ignorato.

  • È anni che ho il desiderio di visitare il sito di Tuvixeddu che ritengo molto interessante
    Oggi mi sono informata come arrivarci grazie a voi che avete pubblicato la mappa.
    Intendo fare una visita guidata
    Al più presto....grazie per le informazioni!!!

    • Ciao Daniela,
      grazie per il tuo commento.

      Io sono stata a Tuvixeddu durante la mia prima visita di Cagliari (ne sono seguite tante altre) e ne sono rimasta molto colpita.

      Adesso che in Sardegna siete "bianchi" credo che siano riprese le visite guidate o che riprenderanno a breve.
      Fammi poi sapere le tue impressioni!

      Buona domenica da una Milano tra l'arancione e il rosso,
      Silvia

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