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Cosa vedere a Ovada e Acqui Terme in un giorno: un giro nell’Alto Monferrato senza auto

Sono pronta a scommettere che ben poche persone prendono in considerazione Acqui Terme o, men che meno, Ovada (intendo solo le città, non anche i dintorni) come mete di una gita di un giorno. In effetti ci sono tanti altri posti che io stessa suggerirei per una gita in giornata: non me ne vogliano acquesi e ovadesi, ma è oggettivo che un giro a Cremona, a Brescia o Bergamo, tanto per fare qualche esempio, sia più stuzzicante e più facile da un punto di vista logistico, soprattutto se non si ha un mezzo di trasporto a disposizione. Ma a chi, come me, ha una passione per le località “minori”, ama andare a cercare col lanternino quei posti dove si mangia e beve bene ma che non conoscono proprio tutti e ha un po’ di spirito di avventura e di adattamento… questo che vi espongo nelle prossime righe è un itinerario perfetto! 🙂

Io ve lo propongo prendendo Milano come punto di partenza e di arrivo ma, con un po’ di creatività, potete adattarlo ad altre località del nord ovest (ad esempio Pavia, Genova o Savona).

La parte più complicata è quella legata agli spostamenti: i mezzi pubblici (treno o bus) sono somministrati col contagocce e, in alcune tratte, inesistenti o con orari non proponibili. Ribadisco quindi la necessità di essere flessibili e adattabili.
Se siete, invece, dei super comodoni, questo itinerario non fa per voi! (Però ne ho realizzati tanti altri, date un’occhiata alla sezione itinerari di un giorno: troverete di sicuro qualcosa che fa al caso vostro! 😉 ).

Un’ultima raccomandazione prima di iniziare: fate questo giro in un giorno feriale o di sabato. Nei giorni rossi di calendario c’è il rischio di trovare, oltre alle attività commerciali, anche le attrazioni turistiche chiuse e ancora meno collegamenti tra una località e l’altra.

Da Milano a Ovada

Per vari motivi che capirete presto, la prima cittadina da visitare è Ovada. Raggiungere Ovada col treno da Milano è un calvario: si impiegano almeno 3 ore (ma possono anche essere di più!) per coprire una distanza, in linea d’aria, di un centinaio di km soltanto. Il motivo è presto spiegato: non essendoci collegamenti diretti, bisogna cambiare a… Genova! Se non avete quindi delle colpe da espiare, non fatelo.

L’unica soluzione è quindi quella di ricorrere a Santo blablacar: prendete un passaggio da qualcuno che scenda da Milano verso la Riviera di Ponente in Liguria (è molto difficile trovare qualcuno che va proprio a Ovada ma… mai dire mai!) e fatevi lasciare poco oltre il casello autostradale di Ovada/Belforte Monferrato. Da qui dovete camminare a piedi per una ventina di minuti sulla strada provinciale 456 per arrivare in centro. Seppur non si tratti della strada più bella del mondo, è meno ‘tragica’ di quanto si possa pensare: c’è il marciapiede, ci sono delle attività commerciali e non è estremamente trafficata. Se poi il conducente è disposto a portarvi fino in centro – ci vogliono 7 minuti in macchina -, ancora meglio!

Cosa vedere a Ovada

Da Milano a Ovada è necessaria un’oretta di macchina se non si trova traffico. Fate in modo di essere in città non oltre le 10:30/11 del mattino per avere un paio d’ore per visitarla con calma. A Ovada non c’è moltissimo da vedere, il grosso del suo fascino è secondo me da attribuire alla posizione incuneata tra due torrenti e a quell’atmosfera provinciale che mi piace un sacco, ma le attrazioni turistiche chiudono alle 12 ed è quindi un bene fare tutto entro quell’ora.

Il piccolo centro pedonale, racchiuso tra il torrente Orba e il torrente Stura, è super grazioso con le sue stradine strette sulla falsariga dei caruggi genovesi, le botteghe artigiane, i balconi fioriti e le facciate delle case colorate.
Da non perdere:

  • L’Oratorio dell’Annunziata, un piccolo gioiellino che si confonde tra le vie del centro. Al suo interno, finemente decorato, son “parcheggiate” due pregevoli casse processionali – L’Annunciazione di Anton Maria Maragliano e la Madonna del Carmelo di Luigi Fasce – che escono dall’edifico per essere messe in bella mostra per le vie del centro durante la Processione della Madonna del Carmine a luglio. L’Oratorio è aperto solo mercoledì e sabato mattina, dalle 9 alle 12.
  • La Casa Natale di San Paolo della Croce, a due passi di numero dall’Oratorio e riconoscibile perché nella facciata si trova un altorilievo raffigurante il Santo. Questo celebre cittadino ovadese, al secolo Paolo Francesco Danei, è stato il fondatore della Congregazione della Passione di Gesù Cristo e delle monache claustrali Passioniste. A proclamarlo santo ci ha pensato papa Pio IX nel 1867. Nella sua casa natale, al terzo piano si trova una cappella laddove un tempo c’era la camera che ha visto il santo venire al mondo. Nel resto della casa è allestito un piccolo museo che custodisce numerose reliquie. Il museo apre su richiesta, bisogna chiamare il numero 0143 80100. Il 18 ottobre, anniversario della morte di San Paolo della Croce, la casa rimane aperta tutto il giorno.
  • La Parrocchia di Nostra Signora Assunta, i cui alti campanili denotano lo skyline ovadese, è il principale luogo di culto della città. La sobria facciata neoclassica, pressoché priva di fronzoli, è in netto contrasto con un interno super decorato. La chiesa è visitabile tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 18:30.
  • La loggia di San Sebastiano, che per molto tempo è stata il principale regno di culto di Ovada, oggi è adibita a sede di eventi culturali. Per poter visitare gli interni bisogna chiamare il Comune di Ovada al numero 0143 8361.

Volendo, potete allungare la vostra passeggiata fino al parco di Villa Gabrieli, aperto tutti i giorni dalle 7:30 alle 20:30, ma in tutta onestà non è nulla di che.

Al sabato mattina per le vie del centro di Ovada si tiene il mercato, che rende il contesto piuttosto vivace. All’ora di pranzo però la musica cambia e sembra ci sia il coprifuoco: i negozi abbassano la serranda, le bancarelle del mercato smontano e si congedano, i dehors dei bar, fino a poco prima, pieni zeppi di gente con un calice in mano, si svuotano. Tenendo in considerazione che fino alle 15 non vedrete più anima viva in giro (anche ad Acqui Terme), la soluzione più vantaggiosa è quella di utilizzare questa pausa per andare a pranzo anche voi e trasferirvi successivamente ad Acqui. Tra l’altro, di sabato di treni che collegano Ovada ad Acqui ce ne sono pochissimi: uno alle 14:18 e l’altro alle 17:18. Se il primo è un po’ presto, il secondo è decisamente troppo tardi! Andate quindi a mangiare non oltre le 12:30 e non abbuffatevi troppo! Dove? Ve lo dico subito! 😉
(Nei giorni feriali, i collegamenti ferroviari tra Ovada e Acqui Terme sono più frequenti, c’è un treno indicativamente ogni ora.)

Dove mangiare a Ovada

Ovada forse non offrirà delle cose da vedere strabilianti o imperdibili ma in quanto a cibo e vino sa il fatto suo e si difende decisamente bene! Questa è zona di Dolcetto e di sostanziosi piatti piemontesi e il Piemonte, si sa, a tavola non delude mai. Nella fattispecie a Ovada si mangia un piatto che difficilmente si trova altrove: la perbureira, una zuppa di fagioli e pasta tipo lasagne a cui si aggiunge un quantitativo industriale di aglio. Astenersi dal limonare dopo averla mangiata. o.O A voler fare i precisi, la perbureira è tipica di Rocca Grimalda, un paesotto che non conta nemmeno 1500 anime a pochi chilometri da Ovada, ma ovviamente in tutti i ristoranti ovadesi si trova e va assaggiata.

Un ottimo posto in cui pranzare, suggeritomi da un ovadese DOC, è l’osteria nostrale Archivolto (sito internet) in piazza Garibaldi. Un locale curato in tutti i dettagli ma che non mette soggezione grazie a un tocco di rusticità. E, soprattutto, un posto in cui si mangia molto bene. Non aspettatevi però di spendere pochissimo, ma son certa che uscirete comunque soddisfatti.
Per darvi un’idea dei prezzi, in due abbiamo speso 66€ per: un antipasto da dividere con 6 assaggi di pietanze piemontesi (22€), 2 primi piatti (una perbureira 12€ e delle tagliatelle alle olive taggiasche, battuto di coniglio e pinoli 16€), 2 calici di Dolcetto (4€ cad), una bottiglia d’acqua da 1/2 litro (2€). 3€ a testa di coperto.

Cosa vedere ad Acqui Terme

Dopo pranzo prendete il treno delle 14:18 per Acqui Terme (dal centro alla stazione di Ovada ci vogliono ~20 minuti a piedi): arriverete in città alle 14:39, giusto in tempo per dirigervi con calma in centro e trovare le chiese aperte. Per il Museo Archeologico, se decidete di vederlo, dovrete invece aspettare le 16, mentre per la piscina romana le 17. Eh sì, gli orari non son proprio ottimali se non si ha molto tempo a disposizione e se si devono incastrare un po’ di cose.

Acqui offre di più rispetto ad Ovada da un punto di vista turistico, ma non aspettatevi nemmeno qui chissà cosa. È una cittadina carina, con un centro molto curato in cui si trascorrono volentieri un po’ di ore, magari anche un giorno intero se avete intenzione di fare un salto alle terme. Scorci interessanti, palazzi eleganti e raffinati e balconi fioriti: passeggiare per le vie di Acqui, anche senza una meta precisa, è un piacere. Va bene andare a caso, ma vi segnalo comunque le cose che non dovete perdervi:

  • Il fulcro del centro di Acqui è rappresentato da Piazza della Bollente, dove si trova un’edicola marmorea ottagonale che circonda la Bollente. Come suggerisce il nome, si tratta di una fonte di acqua termale curativa (sulfureo-salso-bromo-iodica) che sgorga a una temperatura… bollente! Supera di poco i 74°. Si narra che in passato i bambini appena nati venissero immersi per un attimo nelle acque in uscita dalla fontana: chi sopravviveva si meritava l’appellativo di sgaientò (scottato).
  • La Cattedrale di Santa Maria Assunta, che si erge tutta composta e in ordine in una posizione leggermente sopraelevata. L’esterno è piuttosto geometrico e senza particolari fronzoli, l’interno ospita qualche opera d’arte (tra cui il trittico della Madonna di Monserrat del pittore spagnolo Bartolomeo Bermejo) e un’interessante cripta risalente al periodo romanico.
  • Con una gradevole passeggiata di una ventina di minuti dal centro, si arriva davanti a ciò che rimane dell’imponente Acquedotto Romano, databile ad età imperiale, e proseguendo ancora un pochino si arriva alla cosiddetta Fontana dell’Acqua Marcia da cui sgorga acqua dalle proprietà curative che andrebbe bevuta (uso il condizionale perché, come suggerisce il nome, l’odore di marcio non invoglia proprio a farlo…).
  • Il Museo Archeologico ospitato nel castello, ospita interessanti resti dell’età pre-romana, romana e medievale di Acqui Terme. Ci vuole più o meno un’oretta a visitarlo, ma se state seguendo questo itinerario, è possibile che non riusciate poiché gli orari di apertura non sono generosissimi (controllateli qui). Con il biglietto del museo del costo di 4€, avete anche accesso alla Piscina Romana (caldarium), dove si trovano i resti di un vasto complesso termale di età imperiale. Anche in questo caso, gli orari di apertura non facilitano la visita, in particolare se dovete poi prendere il treno per rientrare a Milano (la Piscina si trova inoltre un po’ distante dalla stazione).

Rientro a Milano via Alessandria

Se non siete fortunati e non trovate un passaggio con blablacar per il rientro su Milano (non vorrei scoraggiarvi, ma non è una tratta molto battuta), non disperate perché la soluzione ce l’ho bella e pronta, con tanto di contentino gastronomico. Chiamatemi pure Regina dei piani B. 😀

L’unica alternativa è quella di prendere un treno per Alessandria e poi uno per Milano. I treni da Acqui ad Alessandria non sono frequentissimi. A prescindere dal giorno feriale o festivo, di pomeriggio ce ne sono solo due (17:37 e 19:37) e ci mettono circa 40 minuti. La situazione Alessandria-Milano è leggermente più generosa (in linea di massima c’è un treno all’ora fino alle 21:11 e ci vuole un’ora e 20 minuti circa), ma già che transitate da qui io vi suggerisco di fermarvi un paio d’ore per farvi un aperitivo in uno dei tanti vivaci locali del centro. E, se arrivate prima delle 19, allora avete l’obbligo morale di fare il mini tour goloso di cui vi ho già parlato qui! 😉

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Leggi i commenti (4)

  • Sono capitata per caso nel tuo sito, scusa ma l'ho letto e riletto e sinceramente non mi ha invogliato a visitare le località che presenti. Problematiche sulla circolazione, poco entusiasmo su quello che c'è da vedere... Un po' piu' di entusiasmo no?

    • Ciao Malu,
      mi spiace tu non abbia apprezzato l'articolo ma credo che tu non l'abbia letto attentamente.

      Non parlo di nessuna problematica di circolazione. Casomai metto in evidenza che la logistica non è proprio facilissima, come è giusto che sia dato che è un articolo destinato a chi non ha la macchina.
      Al contempo però suggerisco dei modi per riuscire a superare queste difficoltà.

      Inoltre non mi trovi d'accordo sul poco entusiasmo. Che a Ovada e Acqui non ci siano attrazioni pazzesche è un dato di fatto, ma non ne parlo male. Anzi, proprio il fatto che proponga un itinerario di visita nelle due città significa che l'entusiasmo c'è! ;)

      Buona giornata,
      Silvia

  • Ciao "acquigiani" non è il termine corretto, noi abitanti di Acqui Terme siamo fieramente Acquesi :-)

    • Ciao Paola,
      grazie mille per la segnalazione, ho corretto subito!
      Spero di non aver offeso nessuno. :)

      Buona serata,
      Silvia

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