Il “mio” Cammino di Santiago in 5 punti. Impressioni, spunti e consigli

 

Cammino di Santiago de Compostela10 anni fa facevo il Cammino di Santiago. Era una cosa che volevo fare da tanto tempo e una serie di congiunzioni astrali mi hanno permesso di farlo proprio nell’agosto del 2008: avevo un lavoro da cui potevo assentarmi per un mese, un buon allenamento sulle gambe, voglia di fare un’esperienza slow e di mettermi alla prova e, last but not least, non abbastanza soldi per una vacanza in Polinesia (quest’ultimo punto va letto con ironia).

Ancora oggi, dopo 10 anni, chi scopre che ho fatto il Cammino mi bombarda di domande, sia se interessato a farlo o un semplice “curioso”. Rispondo sempre molto volentieri, perché del Cammino conservo ricordi bellissimi, ma lo faccio sempre “con riserva” perché nel frattempo alcune cose potrebbero essere cambiate. Motivo per cui, nonostante la grande richiesta, non ho mai scritto un post (quando ho aperto questo blog nel 2012 era passato ormai troppo tempo e non sarei stata in grado di dare consigli pratici aggiornati – chi mi segue da un po’ sa che su Tasting the World si trovano principalmente articoli pratici: cosa fare a %località%, dove mangiare a %località%, ecc ecc).

Poi però ho pensato che alcune cose sarebbero comunque state valide anche dopo così tanto tempo e che un post un po’ meno pratico poteva andar bene lo stesso. Chi si mette in Cammino non cerca solo consigli pratici ma vuole anche conoscere le esperienze dei altri pellegrini. Quindi, dopo 10 anni dal mio arrivo a Santiago di Compostela, ecco il “mio” Cammino in 5 punti.

In fondo al post trovate inoltre un po’ di FAQ in modalità marzulliana: mi faccio le domande, le stesse che mi hanno fatto in tanti in questi anni, e mi do delle risposte, sperando che possano essere utili a qualcuno.

Momenti lungo il Cammino di Santiago de Compostela (foto di Luca Parmeggiani)

Prima di cominciare però, permettetemi di aprire una parentesi nozionistica perché c’è ancora molta confusione su cosa sia il Cammino di Santiago. Il Cammino di Santiago *NON* è solo il percorso che dal confine franco-spagnolo zona Pirenei arriva a Santiago di Compostela. O, meglio, questo non è l’unico Cammino che arriva a Santiago, ma solo il più conosciuto, il più frequentato e – permettetemi – il più pop. Questo Cammino, che è poi quello che ho fatto io, si chiama Camino Francés (Cammino Francese).

#1 – Le cose che ho apprezzato di più del Cammino

1) Imparare a vivere con pochissime cose. Nulla di particolarmente complicato, in teoria, ma che in una società consumistica come la nostra ci viene difficile mettere in pratica. Sul Cammino si impara che ciò che non è strettamente necessario… non serve (e soprattutto pesa).

2) Condividere l’esperienza con qualcuno, anche se si parte da soli.

3) Riscoprire la bellezza del genere umano e commuoversi davanti a gesti di aiuto che in un contesto “normale” non ti aspetteresti mai.

4) Parlare con gli altri pellegrini che si incontrano lungo la strada, raccontare la tua storia e ascoltare la loro. Ma anche avere tanto tempo per stare un po’ da soli, cosa che non facciamo mai abbastanza. Nota a margine: ai miei tempi gli smartphone non erano molto diffusi e il mio Cammino non è stato per nulla “social”.

5) Visitare delle piccole e graziosissime località in cui il tempo scorre lentamente, fuori dai circuiti turistici di massa dove altrimenti non sarei mai capitata nella vita.

Cammino di Santiago de Compostela - Alto del Perdón

#2 – Cosa non mi è piaciuto del Cammino

Ad agosto lungo gli ultimi 100 km del Cammino Francese (che sono poi il “minimo sindacale” di km da fare per poter richiedere la Compostela, ossia il documento che attesta che hai fatto il Cammino), ho trovato più gente che in spiaggia a Rimini.

Ma dato che non tutti hanno la possibilità di fare un pezzo più lungo di questo, ovviamente negli ultimi 100 km si concentra molta più umanità rispetto al resto del percorso. Ed era inoltre agosto: in un altro mese scommetto che si trova molta meno gente anche in dirittura d’arrivo. Per quanto riguarda la mia esperienza, in questo ultimo tratto non c’è stato praticamente un chilometro in cui abbia camminato da sola e spesso incontravo comitive rumorose e di gente molto più pimpante di me perché aveva cominciato il Cammino il giorno prima… mentre io avevo 700 km nelle gambe e le ginocchia doloranti e fasciate.

Cammino di Santiago de Compostela - da qualche parte dopo Estrella

#3 – Gli incontri lungo il Cammino

Son partita da sola ma ho incontrato tante persone con cui ho condiviso giorni di Cammino o solo qualche ora.
Ricordo ovviamente Marco e Luca (NB le foto di persone che vedete all’interno di questo post son di Luca), che posso definire a tutti gli effetti i miei compagni di Cammino. Ci siamo conosciuti dopo pochi giorni di Cammino e siamo arrivati a Santiago insieme, anche se per qualche giorno abbiamo percorso strade diverse (a un bivio io ho preso una strada e loro un’altra: è stato poi bellissimo ritrovarli proprio il giorno del mio compleanno 🙂 ).

Ricordo Federico, il medico dai capelli rossi e le lentiggini col quale ho passato un giorno intero a parlare di viaggi (qualsiasi posto citavo… lui c’era stato!) e che camminava talmente di buon passo che faticavo a stargli a dietro. L’ho perso di vista per poi riabbracciarlo a Santiago, proprio davanti al sagrato della cattedrale.

Ricordo Riccardo, attore teatrale pugliese che se la prendeva super comoda, intanto aveva due mesi a disposizione.

Ricordo Francesca, anche se non l’ho mai incontrata di persona. È come se l’avessi conosciuta perché Fabio, anche lui mai incrociato, continuava a lasciarle messaggi d’amore lungo il Cammino, sperando di incontrarla di nuovo. Chissà com’è andata poi a finire…

Ricordo Anna, l’imprenditrice piemontese che nei giorni in cui abbiamo camminato insieme mi raccontava delle corna che le aveva messo il marito quando era ancora in vita. E lei ora si stava godendo la sua generosa eredità.

Ricordo tante altre persone, ma non le aggiungo altrimenti questa lista rischia di diventare infinita. A 10 anni di distanza, dedico comunque a tutti i pellegrini incontrati sul mio Cammino, un pensiero speciale.

Momenti lungo il Cammino di Santiago de Compostela (foto di Luca Parmeggiani)

#4 – Qualche consiglio pratico

Non portatevi troppa roba ma solo lo stretto necessario (vedi FAQ sotto). Non siete nel mezzo del deserto del Sahara: se vi accorgete di esservi dimenticati qualcosa, potete comprarla sul posto.

Allenatevi almeno un po’ prima di partire, in particolare allenatevi a camminare a lungo sull’asfalto e con del peso sulle spalle.

#5 – Qualche consiglio non pratico

Non fate l’errore di volerlo fare tutto a tutti i costi (aridaje, ci son cascata di nuovo: tutto che?!?!), ma fate soltanto quello che vi sentite di fare. Non si vince nessun premio se si arriva a Santiago e in questo caso, più che mai, non è il traguardo finale quello che conta ma il percorso che si fa.

Cammino di Santiago de Compostela - da qualche parte sui Pirenei

FAQ sul Cammino di Santiago

D: Hai fatto tutto il Cammino di Santiago?
R: Sì. O, meglio, ho fatto tutti i chilometri che separano Saint-Jean-Pied-de-Port nel versante francese dei Pirenei a Santiago de Compostela, son circa 800 km.

D: Quanti km facevi al giorno?
R: Circa una trentina. Chilometro più, chilometro meno.

D: Eri da sola o con qualcuno?
R: Son partita da sola, ma ho conosciuto un bel po’ di gente lungo il Cammino e posso dire di averlo fatto praticamente tutto con Marco e Luca, due ragazzi di Castelfanco Emilia conosciuti in una delle prime tappe.

D: Hai avuto problemi fisici?
R: Avoja! Ho avuto male a entrambe le ginocchia e qualche vescica ai piedi, ma nulla che mi abbia impedito di continuare a camminare (ok, sentivo dolore, ma si poteva sopportare).

D: Che scarpe hai usato?
R: Scarponcini da trekking leggero per attraversare i Pirenei poi sandali da trekking… con i calzini. Lo so: è una cosa inguardabile (se fate attenzione alle mie foto in questo post riuscite a intravederli), ma se non mettevo i calzini mi sarei riempita ancora di più di vesciche! E poi non ero mica lì per cuccare! 😉

D: Quanto pesava il tuo zaino?
R: 8 chili.

D: Cosa ti sei portata?
R: 2 paia di mutande (un paio addosso, un paio nello zaino); 2 reggiseni (uno addosso, uno nello zaino); 2 paia di pantaloncini (uno addosso, uno nello zaino) – ho rischiato e non ho portato pantaloni lunghi però servono, soprattutto se non è estate; 2 magliette tecniche a mezze maniche (una addosso, una nello zaino); 2 paia di calzini (un paio addosso, un paio nello zaino); 1 pile; 1 mantella per la pioggia; 1 paio di sandali da trekking; 1 paio di scarponcini da trekking leggero; roba per il bagno (dentifricio, spazzolino e un pezzo di sapone di marsiglia che usavo anche per il bucato); sacco a pelo e materassino; la guida del Camino Francés di Terre di Mezzo; spille da balia per stendere; torcia; occhiali da sole; bandana. E basta.

D: Come ti sei preparata?
R: Camminando tutti i santi giorni nel mese precedente o forse anche nei due mesi precedenti: o facendo trekking sul mio monte preferito o camminando sull’asfalto, aspetto da non sottovalutare anche se meno bello rispetto ai sentieri di montagna ma il Camino Francés prevede anche lunghi tratti di asfalto. Sempre con del peso sulle spalle.

D: Quanto hai speso?
R: Sui 1.000€, viaggio incluso. Ma sto parlando di 10 anni fa.

Se avete altro da chiedere – sia cose pratiche che curiosità – siete i benvenuti nei commenti. Così come, se avete la vostra esperienza di Cammino da condividere. Son certa che ai lettori di questo blog interessa! 🙂

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4 commenti su “Il “mio” Cammino di Santiago in 5 punti. Impressioni, spunti e consigli”
  1. Molto interessante, una esperienza unica, brava! ho visto tempo fa un bellissimo film di un Padre… Ne rimasi colpito!

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