Aurora boreale (quasi) low cost. Consigli per non spendere uno sproposito

 

Aurora boreale low costAndare a caccia dell’aurora boreale è un concetto che, per definizione, fa a pugni con quello di low cost. Checché alcuni vogliano farvi credere che non sia così. Mi dispiace smontarvi brutalmente, ma è meglio essere chiari da subito per non alimentare false speranze (in particolare se viaggiate in solitaria come spesso accade a me, mettete in conto di pagare non proprio poco).
Tuttavia -un tuttavia per fortuna esiste sempre- ci sono dei “trucchetti”, chiamiamoli così, che si possono adottare per spendere un po’ di meno. In base a quella che è stata la mia esperienza di febbraio 2018 (qui potete seguire parte del mio viaggio su Facebook con racconti in tempo quasi reale), ho individuato 4 grandi voci di costo di cui vi parlerò nelle righe che seguono. Capirete in fretta i motivi per cui un viaggio, per quanto breve, alla ricerca dell’aurora boreale rischia di essere un salasso (e che non sono quindi del tutto una quaquaraquà), ma che c’è modo di farlo in maniera un po’ low cost . Non disperate e continuate a leggere!

#1 – Il viaggio
Un viaggio di questo tipo richiede un trasferimento a nord, tanto a nord, meglio se al di sopra del Circolo Polare Artico. Qualcosa si può “rischiare” di vedere anche più in basso, ma per avere più chance è bene andare più a nord possibile. E non ovunque così a nord arrivano le compagnie aeree low cost. Ci sono alcuni espedienti che permettono di eludere in parte il problema. Oltre al solito e sempre valido “prenota in anticipo” (io son cintura nera di “predicare bene e razzolare male” dato che mi trovo a prenotare il volo sempre all’ultimo minuto, e il mio viaggio in Norvegia per vedere l’aurora boreale non ha fatto eccezione), prendete in considerazione l’ipotesi di volare low cost in una delle capitali scandinave e da lì salire col treno, passando ovviamente una notte a bordo (si tratta di un trasferimento di oltre 1000 km!). Da tenere però in considerazione le seguenti cose:
1) Gli aeroporti delle capitali in cui atterrano i low cost sono a casa di Dio e per arrivare in centro, non solo ci vuole tempo, ma anche soldi.
2) Se non avete molti giorni a disposizione questa ipotesi potrebbe rivelarsi stremante. Il gioco vale davvero la candela? Forse no.
3) Anche i treni vanno prenotati in largo anticipo se volete trovare delle tariffe migliori.
4) Il treno non arriva proprio ovunque, potreste aver bisogno di un pullman di “supporto” per arrivare a destinazione.
Detto ciò, se si decide di utilizzare solo l’aereo, che risulta essere la soluzione migliore se non si ha molto tempo, la compagnia low cost Norwegian Airlines offre delle tariffe ottime per diverse destinazioni al nord della Scandinavia, facendo scalo a Oslo (qui la lista). Basta avere voglia di controllare spesso e un buon tempismo nel prenotare 😉

#2 – Dormire, mangiare e costo della vita
Su al nord la vita non è cara, è carissima. Proibitiva. Il Giappone in confronto è una meta economica. Per farvi un esempio stupido ma efficace: bere una birra piccola al pub costa sui 12€, senza nemmeno un’arachide rinsecchita di accompagnamento. Roba da ricchi o gente del posto con stipendi del posto (poi, non so come state messi voi coi soldi, ma lassù è mediamente tutto molto più caro in rapporto all’Italia).
Anche su questo fronte ci si può però arrangiare per risparmiare qualche soldino. Per dormire si può ricorrere a soluzioni come ostelli della gioventù o appartamenti, tenendo però bene a mente che non tutte le destinazioni scelte offrono tutta la gamma di sistemazioni. Ad esempio, se scegliete come meta la Lapponia finlandese, è forse più probabile che vi costi meno un pacchetto in agenzia piuttosto che il fai-da-te. Se, invece, vi dirigete in una città come Tromsø in Norvegia, l’offerta su Airbnb è piuttosto ampia e c’è addirittura un ostello della gioventù, ma va prenotato con molto anticipo perché la richiesta nei mesi clou dell’aurora è altissima (qui potete controllare la disponibilità).
Per quanto riguarda il mangiare, si può pensare di portare un po’ di cibo da casa (sì, proprio come si faceva durante l’interrail ai tempi dell’università) e/o fare la spesa al supermercato e poi cucinare. Questo presuppone, quindi, che si prediliga una sistemazione per la notte in appartamento o in ostello che, come già visto, si rivelano anche le più economiche o, meglio, le meno costose.

#3 – Attività da fare in loco
Tutte le attività che si possono fare al nord e che sarebbe un peccato non fare (dove vi ricapita di guidare una slitta trainata da husky?) tanto per cambiare… costano parecchio! I prezzi alti includono ovviamente la % di guadagno dell’agenzia che le organizza, ma sono giustificati, almeno in parte, dalla natura delle escursioni e dai costi che l’agenzia sostiene per organizzarle. Inoltre, anche avendo tempo da perdere per andare alla ricerca dell’agenzia più economica, i prezzi più o meno sono gli stessi ovunque, non c’è molto margine di risparmio. Alcuni esempi di attività e rispettivi prezzi:
– uscita notturna a caccia di aurore boreali 130€/150€
– uscita con slitta trainata da cani husky 185€
– uscita in slitta trainata da renne 140€

Volendo, per vedere l’aurora boreale si può tranquillamente fare a meno di partecipare a un’escursione organizzata, anche se dipende molto da dove ci si trova (io ad esempio ne ho vista una spettacolare in centro a Tromsø a costo zero), ma le altre attività “artiche” difficilmente si possono fare in autonomia. Se il budget è ridotto, magari non fatele proprio tutte, ma almeno una o due sì 🙂

#4 – Abbigliamento
Questa è una cosa che chi propina viaggi low cost per vedere l’aurora boreale omette ma, per andare laddove le temperature scendono ben sotto lo zero, dovete avere l’abbigliamento giusto. Da qui non si scappa.
L’abbigliamento per il freddo/molto freddo, se non lo avete già, è un’altra voce che incide sul budget, con il vantaggio che però rimane e si può riutilizzare in altri viaggi futuri (sempre se non ingrassate/dimagrite). Su questo punto non me la sento di dirvi di andare da Decathlon in modo da cavarvela con pochi euro. Cioè: potete acquistare alcune cose da Decathlon ma sulle “fondamentali” non lesinate (non l’ho fatto io che, oltre ad essere genovese, non sono esattamente benestante, potete farcela anche voi!). Dovendo stare tutto il giorno fuori al freddo (l’intento è quello credo: vorrete mica andare fin là per passare le giornate in albergo?) è importante avere gli strati a contatto col corpo in lana 100%, non un punto percentuale in meno. Quindi: maglia intima a maniche lunghe e pantaloni long john (aka mutandoni di lana lunghi fino alle caviglie) rigorosamente di lana. Al 100% l’ho già detto, vero? Non saranno capi molto sexy ma salvano la vita, credetemi. Anche le estremità, ossia mani e piedi, vanno tenute ben al caldo prediligendo guanti e calzettoni di lana (volendo anche 2 paia!) e scarpe imbottite di pelo tipo dopo sci per temperature estreme. Per queste cose, programmate di spendere qualcosina in più, per non avere rimpianti in loco. Ribadisco, son cose che poi vi rimangono! E se un domani vorrete replicare l’esperienza, sarà una voce di costo da non includere più nel budget 😉 Poi, per carità, siete liberi di prendere tutto il sinteticume di questo mondo (non ho mai sentito di gente morta dal freddo in Scandinavia perché vestiva Decathlon) ma la sensazione di freddo, di quel freddo che vi obbliga a cercare un posto coperto per riprendersi, è spiacevolissima e rischia di rovinarvi la vacanza. Non sottovalutate questo aspetto.
Per quanto riguarda gli altri strati: pantaloni da sci, pile (ed eventualmente un maglione di emergenza nello zaino), sciarpa, berretto e giacca a vento imbottita.
Aggiungo che, quando si fanno le escursioni in notturna, le varie agenzie forniscono abbigliamento extra per freddi estremi e per permanenza prolungata all’aria aperta, da mettersi sopra il proprio.

Guardate un po’ come ero sexy io (e vi ho risparmiato la foto coi mutandoni lunghi di lana :D):
Abbigliamento per il freddo estremo

***
Riassumendo: in linea di massima queste che vi ho appena esposto sono le 4 grandi voci di costo a cui bisogna fare attenzione per evitare di ricorrere all’indebitamento economico per andare in vacanza. Una volta che smarcherete queste, sarete già a un ottimo punto.
E comunque, nel momento in cui vedrete danzare la dea verde nel cielo, penserete che ne sarà valsa la pena 🙂

NB questo post non ha la pretesa di contenere tutto lo scibile sulla materia “aurora boreal low cost” ma è semplicemente un raccoglitore di consigli e riflessioni a partire dalla mia esperienza personale a Tromsø in Norvegia (qui trovate l’itinerario completo così lo potete scopiazzare, per ora ho realizzato solo quello sulle Lofoten in inverno). Volevo a tutti i costi vedere l’aurora boreale e ho cercato e valutato attentamente un po’ di soluzioni nel nord Europa, per arrivare a scegliere Tromsø che si è rivelata la meta più fattibile per una viaggiatrice solitaria, sia da un punto di vista logistico che economico. È il post che avrei voluto leggere prima di partire, insomma 🙂

Suggerimenti di lettura:

***
HEY ASPETTA, non scappare via così! Dato che hai letto fino a qui vuol dire che hai trovato l’articolo utile e/o interessante… allora perché non lo condividi?

Inoltre passa a trovarmi su: Facebook e/o Instagram. Un bel LIKE è sempre gradito 😉

 
2 commenti su “Aurora boreale (quasi) low cost. Consigli per non spendere uno sproposito”
  1. Ciao! Ho letto che alcune regioni della Norvegia, nei mesi dicembre/gennaio, non sono accessibili. Sai se sia vero?

    • Ciao Danila,
      onestamente non lo so. Io in inverno sono arrivata fino a Tromso senza problemi (era metà febbraio) e mi stavo informando anche per andare alle Svalbard, ma poi ho dovuto rinunciare.
      Mi sai dire quali sarebbero queste regioni e il motivo per cui sarebbero chiuse? Che magari vediamo di unire i puntini e trovare la risposta.

      Grazie e buona giornata,
      Silvia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *