Monte Barro da Galbiate con ritorno su Lecco: come organizzare l’escursione

 

Monte Barro, LeccoUna bellissima escursione da fare a piedi in giornata da Milano è quella sul Monte Barro. E la buona notizia è che non serve necessariamente avere la macchina per arrivare all’imbocco del sentiero perché si può utilizzare il treno e, ovviamente, le gambe. Anzi, quasi che è meglio se la macchina la lasciate a casa perché così potete salire da una parte e poi scendere dall’altra, come ho fatto io (e come sto per raccontarvi nelle righe che seguono). Sia ben chiaro: non ho la presunzione di pensare che se l’ho fatto io è senza dubbio la soluzione migliore, ma così facendo cambiate la visuale salendo e scendendo. Poi fate un po’ come vi pare eh! 😉

Premessa: il giro che vi sto per illustrare è in parte piuttosto impegnativo. Io non sono Messner ma cammino in montagna da quando sono bambina e conosco bene i miei limiti. Tanto per farvi capire il livello di difficoltà, nei tratti che si avvicinano alla cima su entrambi i versanti bisogna arrampicarsi sulla roccia. Letteralmente. Questo succede se si percorrono i sentieri che ho percorso io, rispettivamente 305 e 304, se arrivate dall’eremo dovrebbe essere più easy (uso il condizionale perché non ne ho la certezza, non essendoci passata). Se non ve la sentite – ed è comprensibile – non rinunciate però a fare una gita da queste parti: anche se non si sale fino in cima nel parco del Monte Barro ci sono diversi sentieri che si possono fare, di cui alcuni alla portata di tutti.
Per chi decide di fare il percorso di cui sto per parlarvi: mi raccomando, mettetevi degli scarponcini da trekking!

Scusate il pippotto introduttivo, ma era doveroso. Torniamo ora alla parte pratica.

Vi sto per proporre un itinerario a piedi che arriva fino alla vetta del Monte Barro sopra Lecco a 922 metri slm e che regala delle viste spettacolari sui laghi che sono “ai suoi piedi” – da una parte Annone, Pusiano, Alserio e dall’altra Lecco, Garlate e Olginate -, su tutta la verdura della Brianza (da qualche parte c’è nascosta la città fantasma della Brianza) nonché sul dirimpettaio Resegone di manzoniana memoria (sì, è esattamente come lo descrive il Manzoni nei Promessi Sposi: dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega). Il dislivello in salita è di ~500 metri mentre in discesa di ~700.
È la gita perfetta per una bella domenica di sole, da fare preferibilmente in primavera o in autunno.

La prima cosa da fare è arrivare alla stazione di Sala al Barro-Galbiate. Partedo da Milano si hanno due opzioni:

  • prendere il treno regionale per Lecco che fa tutte le fermate (spesso e volentieri, anche ritardo), il cosiddetto Besanino, che arriva a destinazione dopo quasi un’ora e mezza di viaggio;
  • prendere un treno per Lecco dalla stazione Centrale e poi un altro per Sala al Barro-Galbiate – così ci si mette un po’ di meno, un’ora scarsa, ma si spendono ben 0,80€ in più (e c’è lo sbatti di dover cambiare treno).

I treni sono abbastanza frequenti anche nei giorni festivi.

Foto panoramica dal Monte Barro

Una volta arrivati nella minuscola stazione di Sala al Barro-Galbiate, dove probabilmente sarete gli unici a scendere, dovete raggiungere via dell’Oliva a Galbiate (QUI), perché è da qui che comincia il Parco del Monte Barro e partono i sentieri. Ci vuole all’incirca una quarantina di minuti (se avete un buon passo anche 30).
NB se non avete cibo né acqua con voi, approfittate dei pochi locali che troverete aperti tra Sala al Barro e Galbiate per fare provviste, io comunque vi consiglio di portarvi il pranzo al sacco da casa.

In via dell’Oliva si respira, finalmente, aria di Barro! Troverete un primo cartello con la cartina del parco, i vari sentieri che lo percorrono e la vostra posizione e, un po’ più avanti dall’altra parte della strada, la segnaletica con le direzioni dei vari sentieri (non è immediata da trovare). Proseguite dritto per Sciresa e dopo un po’ una deviazione in salita vi condurrà sulla retta via, ossia sul sentiero 305 detto il Sentiero delle Creste dove, appunto, bisogna valicare tre creste (in ordine di apparizione sul percorso: Terzo Corno a 768 m, Secondo Corno a 791 m e Primo Corno a 814 m) e il panorama diventa sempre più bello ad ogni passo che si fa. Io ci ho messo un’ora tonda tonda ad arrivare fino in cima (incluse parecchie soste foto, era impossibile non farne), ma il tempo di percorrenza stimato è un po’ di più. Come accennavo nel pippotto introduttivo, oltre al dislivello (talvolta la salita picchia!) e a un po’ di saliscendi soprattutto in prossimità dei corni di cui sopra, nel tratto finale bisogna fare un po’ di “arrampicata” sulle rocce. Non è esattamente una passeggiata sulla via Emilia – quindi non sottovalutatela – ma se siete un po’ allenati non dovreste aver problemi. Una volta arrivati in vetta, vi dimenticherete subito la fatica fatta per salire perché verrete ampiamente ricompensati da un panorama eccezionale. Hai capito la Brianza! E pensare che io l’ho snobbata per un sacco di anni, shame on me.

Vista del Resegone dal Monte Barro (Lecco)

E adesso fuori i panini che si mangia!

La discesa la facciamo dall’altro versante, per arrivare a Lecco. Il sentiero da seguire è adesso il 304. Anche qui, nel primo tratto ci sono dei saliscendi in cui capita di doversi arrampicare un po’. Superata questa prima parte un po’ più impegnativa, si apre un panorama top su Lecco e immediati dintorni e si scende a valle senza troppi problemi, anche se il dislivello non è da sottovalutare: la discesa è un po’ ripida, siate cauti. In una quarantina di minuti circa sarete al Sasso della Vecchia dove troverete dei cartelli con le indicazioni per i vari sentieri, tra cui il 304 che dà 55 minuti per arrivare a Lecco in prossimità del ponte Azzone Visconti. NB Poco più avanti le indicazioni per il sentiero 304 vengono meno in un punto cruciale, quindi c’è il rischio di uscire dal parco a Malgrate anziché a Lecco, lungo il sentiero 301. Io, infatti, son finita proprio lì :-/. Se capita anche a voi di fare questo errore, poco male, si rimedia facilmente con due opzioni:

  • procedere sulla strada normale per Lecco (son ~30 minuti per arrivare alla stazione);
  • ritornare sui vostri passi se volete rimanere ancora un po’ all’interno del parco (io ho fatto così).

Dal Pian di Sciresa, un grande prato poco oltre la baita, va seguito il sentiero sulla sinistra che, una volta imboccato, mostrerà un cartello del sentiero 304 a conferma che siete sulla strada giusta (metterlo prima no?!). Da qui in una mezz’oretta arriverete in città, dal ponte Azzone Visconti, e in altri 15 minuti alla stazione ferroviaria dove potete prendere il treno sia per Milano Centrale (38 minuti) che per Porta Garibaldi (1 ora).

Concludo dicendo che la segnaletica da queste parti non è proprio il massimo: tre volte che ho fatto questo percorso, tre volte che mi son persa nella discesa su Lecco. E, trovando diversa gente spaesata come me che chiedeva indicazioni (a me!), ipotizzo di non essere io il problema. Trattandosi di un’area relativamente piccola e piuttosto frequentata, non sussistono grossi problemi a ritornare sulla retta via e, in generale, in un centro abitato. Però mettete in preventivo che potrebbe servire del tempo extra, rispetto a quello preventivato, per fare tutto il giro.

Il lago di Annone visto dal Monte Barro (Lecco)

Se avete tempo, già che ci siete, anziché dirigervi subito in stazione approfittatene per fare due passi sul lungolago e nei vicoletti subito dietro: Lecco non sarà tanto bella quanto Como, ma ha comunque il suo perché. 😉

E sulla via che conduce in stazione, fermatevi a prendere un buon gelato da Toldo: dopo tutto questo camminare, ve lo siete meritato!

QUI potete vedere la mappa del parco con tutti i sentieri.

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18 commenti su “Monte Barro da Galbiate con ritorno su Lecco: come organizzare l’escursione”
  1. Ciao Silvia, ci sono stata domenica scorsa, e devo dire che a mio parere è davvero impegnativa la salita!! È anche vero che, pur partendo alle 9.00, il caldo è stato da subito terribile, essendo il sentiero tutto al sole..
    Nell’ultimo pezzo c’è una salita sulle rocce in cui probabilmente c’erano delle catene, ora scomparse.. l’ho trovato piuttosto difficile..
    La discesa l’ho fatta passando dall’Eremo, ma tornando sempre a Galbiate.

    • Ciao Donag,
      grazie per il tuo contributo!
      Intanto c’è da dire che il caldo di questi giorni non aiuta… il sentiero delle creste è tutto al sole!

      Detto ciò, nell’articolo ho evidenziato il fatto che non si tratta di una passeggiata e che c’è un pezzo in cui bisogna arrampicarsi sulle rocce. Tuttavia se si è un po’ allenati, non dovrebbero esserci problemi: dopotutto il pezzo in cui bisogna arrampicarsi è piuttosto breve.

      La cosa che mi ha stupito è che trovi ogni genere di camminatore su per il monte Barro. Quindi un po’ tutti ce la fanno, ma di certo non è una salita (e conseguente discesa) da sottovalutare e prendere sotto gamba.

      Buon pomeriggio,
      Silvia

  2. Ciao Silvia! Mi sono già affidata a te per il percorso sul Cornizzolo, che ho seguito alla lettera, compresa la pasticceria, e ne sono rimasta incantata 😀
    Perciò, a pochi giorni da un ritorno in zona gialla, sono tornata su questo fidato blog a cercare ispirazione. Mi piacerebbe provare questo percorso domenica, che danno pure sereno.
    Secondo te è fattibile anche in inverno o i tratti di arrampicata sono pericolosi? Non mi spaventa tanto la fatica (non faccio trekking abituale ma sono abbastanza allenata su corsa e cammino) ma piuttosto eventualmente l’attrezzatura non adeguata (scarpe da trekking vecchiotte economiche).. Fammi sapere cosa ne pensi, al massimo contatto anche l’eremo per sapere le condizioni!

    Grazie di nuovo

    • Ciao Elena, ben ritrovata! 🙂
      Sai che avevo anche io una mezza idea di fare il Monte Barro domenica, approfittando del sole e della zona gialla? 😀
      Ma credo che ripiegherò su altro… tipo un giro sul lago di Como.

      Tornando al’escursione sul Barro, secondo me è fattibile anche in questo periodo ma te la sconsiglio se non hai almeno delle scarpe adeguate. Bisognerebbe informarsi sulla situazione attuali del sentiero: ha nevicato e piovuto molto nei giorni scorsi. Il sentiero potrebbe essere molto fangoso e scivoloso e, poiché è ripido in alcuni tratti, rischia di diventare anche un po’ pericoloso.
      I tratti di arrampicata in sé non sono pericolosi, anche se da non sottovalutare.

      Mi raccomando: fai attenzione e torna a farmi sapere com’è andata!

      Buon weekend,
      Silvia

  3. Il monte Barro è un luogo di delizie floristiche, in tutte le stagioni. Martedì scorso c’erano in gran numero gli ellebori e qualche primula già fiorita.
    Nella bella stagione le farfalle e a volte le aquile sono di facile avvistamento.
    Vale sempre una visita, anche facendo il giro basso, senza raggiungere la cima, ad esempio da Galbiate, per Pian Sciresa, e ritorno o come suggerito dal sito facendo il periplo del monte.
    Non si torna mai delusi.

    • Non posso che essere d’accordo con te Giovanni: il Barro non delude mai! Io la ritengo un’escursione “massima resa, minima spesa” perché non è troppo faticosa (al netto di qualche tratto un po’ più ostico), ma che regala una full immersion nella bellezza!

      Buon pomeriggio,
      Silvia

  4. Ciao Silvia,

    complimenti per il tuo blog!

    Ti scrivo per chiederti qualche consiglio per un trekking facile (passeggiata in montagna) da fare questo weekend con mio marito e mio figlio (10 anni).
    Mi hanno parlato benissimo del monte Barro e ho letto anche tuoi commenti molto positivi ma la mia domanda é, con la neve che c’é lo consiglieresti lo stesso?
    E’ “affrontabile”?

    • Ciao Serena,
      il Monte Barro è decisamente un’escursione alla portata di bambino: ne ho sempre visti un sacco tutte le volte che sono andata!
      Per quanto riguarda la neve, credo che si sia in buona parte già sciolta, quindi non dovrebbero esserci problemi (serve comunque l’abbigliamento adeguato e fare molta più attenzione del solito, soprattutto nella parte di “arrampicata”).
      Occhio però che questo weekend tutta Italia sarà zona arancione… Ma se hai deciso di andare sul Barro, immagino abiterai non oltre i 30 km di distanza!
      Buon trekking,
      Silvia

  5. Complimenti per il blog!

    Io sono una sòla umana, erano quasi vent’anni che non andavo in montagna, ma leggendo questi articoli mi è tornata la voglia e oggi son salita sul Barro per la prima volta. C’è da dire che ero davvero fuori allenamento e un breve tratto sulle Creste, col ghiaccetto, mi ha fatto venire un po’ di tremarella… ma ne è veramente valsa la pena e i tuoi consigli mi son stati davvero utili.
    Grazie, grazie mille!

    • Ciao Gaia,
      grazie mille per il tuo commento, mi ha fatto davvero molto piacere!
      Ieri era una giornata favolosa per fare un po’ di trekking e hai fatto benissimo a cominciare col monte Barro. Sì le parti di “arrampicata” sono adrenaliniche e da non sottovalutare, però una volta in cima la soddisfazione è tanta.
      Ti auguro di continuare a fare degli altri trekking: lì in zona ce ne sono di bellissimi e non troppo impegnativi.
      Buon inizio di settimana,
      Silvia

  6. Ciao, fatica a parte secondo te è un percorso che può fare anche un principiante o lo reputi un po’ pericoloso?
    Nel senso che se anche non allenatissimi con più pause e più tempo si sale ok, se è proprio rischioso invece è diverso 🙂
    Nel secondo caso, gli altri sentieri portano lo stesso in vetta o ci vanno solo quelli?
    Grazie 🙂

    • Ciao Oggi,
      pericoloso mi sembra esagerato, tuttavia ci sono dei brevi pezzi in cui bisogna arrampicarsi sulle roccette e non mi sento di consigliarlo proprio a tutti.
      Si può anche salire dall’eremo, che è più facile, ma io non l’ho mai fatto quindi non posso raccontarti la mia esperienza diretta.
      Spero di esserti stata un po’ d’aiuto.
      Buona serata,
      Silvia

  7. Ciao Silvia sei un’avventuriera fantastica. Io che sono della zona consiglierei di raggiungere via dell’oliva a Galbiate immergendosi subito nel Parco da Sala al Barro. Ci sono almeno due tre possibilità.
    Si può passare per il museo etnografico tramite due diversi sentieri da Sala al Barro e arrivare a Galbiate via Camporeso per partire dove dici oppure non toccare nemmeno Galbiate e portarsi sul sentiero delle creste dal museo. La prima cimetta dovrebbe essere monte S. Michele. Comunque si può allungare quanto si vuole, il parco Monte Barro pur essendo piccolo è pieno di sentieri che si intrecciano e angoli caratteristici oltre a resti storici qua e la da non perdere

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